Scomparso a 90 anni l’avvocato alessandrino Bruno Fracchia, già parlamentare del Pci

Scomparso a 90 anni l'avvocato alessandrino Bruno Fracchia, a lungo parlamentare del Pci CorriereAlSabato Alessandria saluterà per l’ultima volta l’on.le Bruno Fracchia, scomparso giovedì all’età di 90 anni.
Consigliere comunale ad Alessandria dal 1963 al 1972, Fracchia fu poi parlamentare del Pci per ben 5 legislature (VI, VII, VIII, IX, X), dal 1972 al 1987. Ricoprì anche l’incarico di
Questore della Camera dei Deputati.

Le esequie in forma civile, d’intesa con la famiglia, si svolgeranno alle ore 10.30 al Piano Terra del Palazzo Comunale in piazza della Libertà alla presenza del sindaco Maria Rita Rossa, e delle massime rappresentanze istituzionali cittadine.
Su espresso desiderio del defunto, l’orazione funebre sarà tenuta dall’on.le Piero Fassino.

Bruno Fracchia era nato ad Alessandria il 5 maggio 1926 da una famiglia operaia. Ha Scomparso a 90 anni l'avvocato alessandrino Bruno Fracchia, già parlamentare del Pci CorriereAlfrequentato prima le Magistrali e poi il Liceo Classico “Plana”, quindi si è laureato in Giurisprudenza a Torino, anche in virtù di alcune borse di studio.

Durante il periodo universitario, si iscrive al Partito Comunista Italiano e, dopo la laurea (sotto la guida degli avvocati Ballestrero e Punzo), si dedica prevalentemente al Diritto del Lavoro, oltre che a quello Penale, scegliendo di difendere spesso — con il proprio patrocinio gratuito — lavoratori senza tutele e ingiustamente accusati, in un’epoca in cui le conquiste del Diritto del Lavoro dovevano ancora trovare piena concretizzazione nel nostro Paese.
Nel 1963 si candida per la prima volta alle elezioni comunali di Alessandria dove risulta il terzo degli eletti, in una lista che vedeva le figure di Raschio, Maestri, Lozza. Da Capogruppo del PCI, viene riconfermato per tre tornate di Consiglio Comunale e, durante l’ultima, è l’artefice dell’avvio dell’esperienza delle Giunte di Sinistra: Giunte Comunali che hanno fatto scelte strategiche e determinanti per il futuro della Città di cui ancora oggi gli alessandrini possono trarre benefici.
Nel 1972 viene eletto alla Camera dei Deputati (dove opererà ininterrottamente fino alla X Legislatura) e, nel 1976, diventa Presidente del Comitato Pareri della Commissione Affari Costituzionali.
Rieletto Parlamentare, viene nominato Segretario del Gruppo parlamentare del PCI. Con l’allora Presidente del gruppo del PCI, onorevole Giorgio Napolitano (con cui manterrà stretti rapporti di amicizia fino all’ultimo), diventa nel 1983 Questore della Camera — incarico che terrà fino a fine Legislatura — e collabora assiduamente anche con la Presidente Nilde Jotti.
Durante il complesso periodo di “Tangentopoli” è Presidente della Giunta per le Autorizzazione a Procedere e la sua onestà intellettuale e la sua posizione super-partes viene riconosciuta e apprezzata da tutti i Gruppi parlamentari.

Da anni si divideva tra l’abitazione romana e quella alessandrina, ma è ad Alessandria che l’on.le Bruno Fracchia aveva gli amici più cari e ricordi più belli, legati alla sua attività forense e ai tanti “casi” risolti con successo, senza tralasciare il risvolto profondamente umano e coniugando sempre la solidarietà alla giustizia.

Rossa nuovaMaria Rita Rossa ricorda con queste parole l’illustre politico alessandrino:
«Ci ha lasciati Bruno Fracchia, figura politica di primo piano per il nostro territorio a cui era legato non solo per essere nato ad Alessandria, ma anche per il ruolo determinante svolto per consentire la concretizzazione di una nuova esperienza nel nostro Comune.
Nell’aprile del 1972, grazie infatti alla determinazione, alla coerenza morale e alla lungimiranza politica del Consigliere Comunale avv. Bruno Fracchia prende avvio una Giunta di Sinistra, dopo quelle di centro-sinistra, dando ribalta nazionale ad Alessandria per essere il primo capoluogo di Provincia a tornare in quegli anni ad un governo amministrativo con una solida maggioranza tra socialisti e comunisti.
Quell’impegno profuso con così tanta passione da Consigliere Comunale e Capogruppo del PCI ha caratterizzato Bruno Fracchia anche negli anni successivi, operando alla Camera dei Deputati con grande senso delle Istituzioni e con una visione della realtà politica ispirata e, al contempo, profondamente coerente con i più alti valori della Sinistra italiana.
Se ne è andato un vero servitore delle Istituzioni democratiche e con lui se ne va un tratto di storia, anche alessandrina, vissuta nei lunghi anni della sua vita con intensità e rigore, con integrità e con un senso altissimo della responsabilità nel concretizzare con coerenza i principi della nostra Carta Costituzionale, a partire da quell’art. 1 secondo il quale “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. L’on. Bruno Fracchia ha creduto in questi principi e in questi valori: a lui il mio personale grazie riconoscente, insieme a quello dell’intera nostra comunità alessandrina».
Un commosso ricordo di Bruno Fracchia arriva anche da Fabio Camillo, Camillo-Fabiocapogruppo del Partito Democratico a Palazzo Rosso: “Credo sia impossibile ricordare Bruno Fracchia senza che il pensiero corra, immediatamente, alla politica. Questo non significa che Bruno fosse privo di una propria originale personalità; al contrario, se mi soffermassi sulla sua profonda cultura, generosità, forza di volontà e disponibilità, con le mie scarse capacità non riuscirei a descriverne appieno la statura. Ma Bruno e la politica erano una cosa sola per il suo modo totalizzante di vivere e praticare le idee in cui credeva, idee abbracciate nell’adolescenza sulla base di una personale inclinazione al sevizio del prossimo. Bruno era un comunista. Aderì al Partito Comunista Italiano il 1 maggio del 1945 e poco tempo dopo si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, in anni in cui studiare era tutt’altro che facile per un giovane appartenente ad una famiglia operaia (suo padre era operaio alla Borsalino). Eppure si laureò, divenne avvocato (ed uno dei migliori in città) e mise la propria professionalità al servizio degli ultimi, nelle cause di lavoro e nei procedimenti penali; più che un mestiere, difendere i diritti altrui era per Bruno un modo di contribuire ad appianare le ingiustizie, il compenso veniva in secondo piano e, stando a quanto riferiva la moglie Carla, talvolta non veniva affatto. Eppure abbandonò la professione splendidamente avviata per dedicarsi a tempo pieno alla politica, secondo lui la via migliore per contribuire a rendere l’Italia un Paese più giusto. Fu deputato dal 1972 al 1992, ma prima ancora consigliere comunale e fu proprio questo incarico nella sua città a restargli più caro: accanto al ricordo di tanti pomeriggi trascorsi a parlare di politica, di epoche e protagonisti del passato (ma anche del presente poichè da segretario della sezione Mantelli “relazionavo” periodicamente sugli avvenimenti della politica locale) conservo il ricordo del giorno in cui chiese, appena eletto in Consiglio Comunale, se fosse possibile per me sedere al banco da lui occupato tanti decenni prima. Con l’On. Bruno Fracchia scompare uno degli ultimi protagonisti di una stagione in bianco e nero, eppure così viva e feconda. Quanto hai ancora da insegnare, caro compagno Bruno…”