Giardini Pubblici: un aeroplano tra le aiuole [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina.

 

Ecco cosa si spediva agli amici, da Alessandria, durante gli anni ’50. Cartoline in cui era più che evidente la ricercatezza e la cura del particolare.

Parlo dei Giardini Pubblici, luogo che – da sempre e a ragione – è considerato un biglietto da visita della città stessa; in diversi frangenti ne avevamo già parlato e di persona avevo potuto vederne la bellezza e seguirne amaramente, attraverso l’esperienza personale, il degrado. Il lettore più realista osserverà immantinente che per ottenere risultati del tipo che questa cartolina dimostra ampiamente occorra tanto personale; e i giardinieri costano. Niente di più vero! L’attento lettore quindi ci dica come sia possibile che ciò potesse accadere oltre sessant’anni fa e ora – che siamo tutti più civili, più furbi, più moderni e più smaliziati – siamo ridotti a potenziali macchiette anche davanti agli occhi di un eventuale cittadino del Catanga che casualmente, in visita alla nostra città, transitasse per questi luoghi.

Chi colleziona cartoline d’epoca ha ben chiara la fotografia di come fosse la città d’un tempo e quindi risente maggiormente del peso negativo del Progresso in cui siamo immersi e che in ogni dove ci mostra la sua presenza… Naturalmente parlo di Progresso con sarcasmo, in quanto il significato esatto della parola non corrisponde affatto alla situazione reale che si osserva.

Sia ben chiaro che in questo momento non auspico il ritorno, sui prati all’inglese, di aeroplani intagliati con arte da un cespuglio o – tantomeno – mi auguro che possano tornare tavoli e seggiole ricavati da arbusti col sapiente uso di forbicioni per opera delle mani esperte di abili giardinieri. Se possibile, oggi, ad un’amministrazione comunale, chiederei solo pulizia, ordine, decoro e sicurezza.

Naturalmente, manco a doverlo sottolineare, occorrerebbe fare tabula rasa di tutti i signori che giorno e notte frequentano (in modo discutibile) questi luoghi. Intendo in modo legale e civile, sia ben chiaro.

I Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato] CorriereAl 22

Nell’immagine di oggi si vede molto bene l’aiuola dove dopo qualche anno avrebbe fatto la comparsa il famoso orologio floreale. Il prato in primo piano in cui campeggia l’aeroplano è lo stesso che ospitava il monumento del Re Umberto I e che ora accoglie il busto di Felice Cavallotti opera dello scultore Giovanni Rapetti di Villa del Foro.

Per concludere voglio ancora dire che la Città dovrebbe avere a cuore innanzitutto la pulizia, l’ordine e la sicurezza. È evidente invece che ogni giorno si ponga attenzione verso nuovi centri di distribuzione commerciale, verso inutili oasi faunistiche dove già esistono o verso nuovi rifacimenti stradali (inutili e solamente disastrosamente dispendiosi) e si cerchi di aggirare qualche ostacolo – ritenuto insormontabile – con l’abbattimento.

Ritengo prioritario invece, per un vivere civile, sradicare la malavita di cui sopra con altre maniere piuttosto che non con semplici fogli di via di cui il soggetto interessato farà un uso diverso…

A proposito del ventilato ennesimo centro commerciale.

Corre voce, non so quanto reale, di lavori che stanno procedendo in zona Cittadella, proprio a ridosso della linea ferroviaria per Torino, subito oltre il ponte Tanaro Tiziano. Ero fermamente convinto che quella zona potesse diventare un ulteriore polmone verde della città e inoltre pensavo che nel rispetto dell’antica Fortezza e in fascia di rispetto della ferrovia non potesse sorgere nulla di questo tipo. Quanto è facile sbagliare!

Tanto per incominciare è di questi giorni l’abbattimento del Rendez vous, mitico locale e ritrovo alessandrino che proprio in quei paraggi esisteva almeno dagli anni Sessanta. E via con le demolizioni.

I Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato] CorriereAl 23

Forse ancora in tanti non hanno pensato che seppur aumentino i luoghi di vendita le bocche da sfamare siano sempre le stesse, a meno che non ci sia qualche nuova ondata di profughi. Beh, in questo ennesimo caso, i soliti accattoni e taglieggiatori da parcheggio troverebbero occupazione.

Più di questo il progresso oggi non sa regalarci.