Il mesto balletto per Palazzo Rosso [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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Pochi candidati o poche idee? Il balletto dei nomi e delle possibili alleanze fra anime di centrodestra, centrosinistra, quarto polo, liste civiche e varie ed eventuali che sta così appassionando pochi alessandrini (qualche centinaio di addetti ai lavori e frenetici digitatori delle tastiere dei socialnetwork), lasciando indifferenti le migliaia di elettori che forse non andranno nemmeno a votare (lasciando, questo sì, la responsabilità della scelta del nuovo sindaco in mano a pochi, e non è detto che siano per giunta ‘buoni’), assume caratteristiche surreali. I nomi della prima repubblica si accavallano a quelli della seconda, mentre c’è chi aspira a una modello di alleanza politica che prefigura una terza repubblica. Dimostrando però che ad Alessandria il distacco fra politica e mondo reale non può che aumentare.

Certo, non è detto che tutto questo favorisca chi oggi è ai primi posti del consenso Il mesto balletto per Palazzo Rosso [Centosessantacaratteri] CorriereAl(M5S) perché la differenza la farà solo il numero di quanti andranno a votare. Se ad Alessandria si sta in parte assistendo allo scontro fra due metodi politici diversi – quello vecchio dei partiti che si rifanno a modalità, copioni, regole e comportamenti del passato, e quello nuovo del movimento grillino che però appare preda di tensioni e rigidità potenzialmente devastanti per il consenso e la gestione del potere – non vuol dire che il capoluogo ne possa solo guadagnare. Le poche idee espresse finora da tutti gli attori sul palcoscenico alessandrino sono confuse, vecchie, limitate e lontane dal mondo reale (che peraltro non è che sia meglio, per certi aspetti, di questa politica).

Fra chi si loda ogni minuto, chi promette rivoluzioni impossibili, chi riprende idee di città che risalgono agli anni Ottanta del secolo scorso e chi parla di amministrazione della cosa pubblica senza nemmeno conoscere bene l’indirizzo della sede degli uffici comunali, Alessandria non sembra di fronte a un confronto elettorale serio, ma solo alla rincorsa di piccoli personalismi. Ed è un peccato. Non per chi partecipa a questo mesto balletto, ma per una comunità e una economia che avrebbe bisogno di ben altro.