Ottimismo obbligatorio? No, grazie [Controvento]

Ottimismo obbligatorio? No, grazie [Controvento] CorriereAldi Ettore Grassano

 
Di pessimismo in questi ultimi anni abbiamo fatto certamente tutti il pieno, e non ne possiamo più. E poi, banalmente, aiutati che il ciel t’aiuta, dice il proverbio.

Quindi più che comprensibile che questo 2017 sia partito all’insegna di un ottimismo della volontà, se non altro. Per chi ha letto Gramsci, e pure per chi ne fa a meno. Del resto, quel giovanotto un po’ arrogante che ha costruito parte della sua fortuna politica dando del ‘gufo’ a chi si permetteva di criticare la sua positività posticcia non va più così di moda: anche se è lì dietro l’angolo, pronto a riprendersi la scena alla prima occasione.

Ma stiamo su Alessandria, che è più interessante.

Tutti ieri abbiamo letto, in maniera diretta o indiretta, della ‘maglia nera’ per ilrossa-renzi ‘gradimento’ dei cittadini assegnata dalla classifica Ipr Marketing – Il Sole 24 Ore al sindaco di Alessandria Rita Rossa, per il quarto (o quint0? Abbiamo sinceramente perso il conto) anno consecutivo.

Attenzione: da sempre sosteniamo qui che i sondaggi non sono elezioni, e non abbiamo cambiato idea. “Rigore è quando arbitro fischia”, diceva l’indimenticabile Boskov, e parimenti vittoria (o sconfitta) è solo quella decretata dai lettori alle urne.

Però fare finta di nulla di fronte ad un campione di 600 alessandrini (si suppone variato di anno in anno) che dal 2012 ad oggi esibiscono sostanzialmente sempre lo stesso cartellino rosso al centro sinistra e al suo sindaco sarebbe pericolosissimo, non solo per il Pd mandrogno (e saranno pure fatti loro, in fin dei conti), ma per tutto quel mondo di associazioni, corpi intermedi, mass media e un tempo si sarebbe detto anche ‘intellighentia’ (oggi, francamente, sarebbe troppo) che quasi sempre ad Alessandria, in questi ultimi anni, sono apparse entità ‘assopite’, per tanti motivi prive di capacità sia di critica (verso chi comanda, in primis) che di proposta.

Non vogliamo dare pagelle (a quelle ha già pensato il Sole 24 Ore, appunto), e neppure abbiamo ricette miracolistiche. Però indubbiamente il superamento di una città ‘monocultura’, monopartito, e soprattutto mono-tono e monotona, potrebbe giovare a tutti.

Ma a chi tocca pensarci?

“Fondazione CrAl, Ascom, Grigi”, mi dice un attento osservatore delle vicende di casa nostra, “sono queste le tre realtà a cui si devono oggi l’unica forma di dinamismo e le sole proposte, nel totale vuoto della politica”. Voi che ne pensate? A me pare che meriti delle tre realtà citate, nei rispettivi ambiti, non si discutano. Aggiungerei Confesercenti, che anche di recente ha avanzato proposte significative.

E siamo tutti speranzosi che ognuna possa conseguire, nel 2017, altri successi importanti. Da tifoso poi vi lascio immaginare quello che mi sta più a cuore di tutti.

Taverna Pierangelo01Però non si può chiedere a nessuno di questi player di sostituirsi alla politica, anche se al vertice della Fondazione CrAl c’è una figura, Pierangelo Taverna, che politica locale l’ha fatta a lungo, e che non pochi ritengono potrebbe farla ancora, altrettanto bene.

Purtroppo da Palazzo Rosso di progettualità ne è emersa davvero pochina, in questi anni: solo riflessioni generiche, auspici di sinergie, chiacchiere un po’ melense.  Niente di simile, se non ad un piano strategico (che già c’era: sarebbe bastato aggiornarlo), neanche ad una visione condivisa e realizzabile di città. Per non dire della capacità attrattiva rispetto a nuovi insediamenti produttivi innovativi, pressoché pari a zero.

Ora poi, che di fatto è già partita la campagna elettorale, è ben difficile attendersi qualcosa di diverso, ed è facile immaginarsi invece una lunga primavera di critiche agli avversarsi, più che di proposte (davvero realizzabili) agli alessandrini.

Cambierà qualcosa questa nuova ‘bastonata’ arrivata dal foglio di Confindustria (che peraltro di problemi ne ha parecchi di suo)?

Non lo sappiamo. Rita Rossa ha dimostrato anche di recente, all’incontro pubblico La verifica degli impegni assunti in campagna elettorale: il sindaco Rossa risponde ai giornalisti alessandrini CorriereAl 1organizzato da Libera, di essere eccellente oratrice: non conosceva in anticipo le domande che le sarebbero state rivolte (quasi nessuna, diciamo così), ma ha saputo fornire risposte, se non sempre completissime, comunque assolutamente ‘sul pezzo’, anche tenuto conto dei tempi contingentati.

Però che qualcosa non funzioni, oggi, nel suo rapporto con ‘la piazza’, pare ormai certificato, per quanto i suoi sodali da tempo affermino il contrario.
E a nostro avviso parecchio hanno pesato errori nella costruzione della squadra di governo (cambiata strada facendo, in buona parte): un team francamente inadeguato, se le ambizioni fossero state davvero quelle di un rilancio di Alessandria verso ‘magnifiche sorti, e progressive”.

Pochissimi gli slanci e la capacità di ‘visione’, quasi nulla la volontà/capacità di confrontarsi davvero con la cittadinanza. In compenso vediamo all’opera, ora che la campagna elettorale è ai nastri di partenza, un bel gruppo di ‘ex ragazzi’ che sui social si barcamena con l’ironia (quasi mai auto, peraltro): un po’ poco, a fronte delle emergenze vere di una città non in decadenza, ma già più che decaduta.

Questo significa ipso facto che le prossime elezioni comunali il centro sinistra le ha già perse? E a favore di chi?

Urna votoIn realtà di scontato non c’è nulla, e sia Movimento 5 Stelle (che ha certamente il vento in poppa a livello nazionale, più che altro per demeriti e manifesta cialtronaggine altrui: vedasi Mps, una vergognosa porcheria di regime) che centro destra ad Alessandria devono dare in queste settimane e mesi segnali forti alla cittadinanza, e presentare progetti e volti credibili e affidabili.

Così come in questi giorni si segnalano manovre e confronti nell’area laico-socialista, e del mondo civico: se son rose fioriranno, e ve lo racconteremo.

Ma, per carità, non illudiamoci che le cose possano migliorare soltanto attraverso l’ottimismo obbligatorio, e fingendo di vivere nel migliore dei mondi possibili. Non è di sorrisi e polvere nascosta sotto i tappeti che abbiamo bisogno per costruire l’Alessandria di domani, ma di partecipazione, competenza e trasparenza. Chi ne ha faccia un passo avanti.