Cittadella di Alessandria: la strada è ancora lunga e tortuosa

Cavalchini nuovadi Pier Luigi Cavalchini
www.cittafutura.al.it

 
C’è stato un periodo in cui noi Verdi, o se volete “ambientalisti prestati alla politica” eravamo definiti ‘asini raglianti’, cioè persone che parlano (o scrivono) a vanvera senza aver ben presente l’argomento di cui trattano. Non è questa l’occasione. Anzi… potrebbe essere un ottimo esame per il grado di propositività e di apertura della Giunta alessandrina, ormai in vista del traguardo.

Il Protocollo d’Intesa (firmato con sistema telematico la scorsa settimana) fra ‘Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo’, ‘Regione Piemonte’, ‘Comune di Alessandria’ per la realizzazione degli interventi di conservazione e valorizzazione della Cittadella Militare di Alessandria, assolve in pieno al nostro obiettivo.

Anticipiamo le conclusioni (chissà che ci si incuriosisca di più…). Ciò che è stato sottoscritto dal Comune di Alessandria e dagli altri contraenti riprende l’approccio “tecnico e distaccato” che ha caratterizzato le assegnazioni del concluso PISU (Progetto Integrato di Sviluppo Urbano).
Una conferma della inarrestabile trasformazione dell’Ente Comune in qualcosa di molto simile ad un’azienda, con logiche legate alla produttività e al rendimento dei dipendenti (o degli “incaricati”, se esterni).

Dal testo del protocollo si capisce che verranno preferiti contratti diretti con singoli, cittadella-dallaltostudi, associazioni e cooperative che svolgeranno compiti precisi, decisi a tavolino, per la maggior parte retribuiti, piuttosto che attività di “volontariato”, attivo certamente, ma non facilmente gestibile.

Peccato che questa “evoluzione” pecchi, nel momento cruciale delle “decisioni di indirizzo. Vi è nel “Piano, chiarissima, una forma di delega ad altre figure (specialmente l’Ufficio di Soprintendenza regionale) o a non meglio precisati “tempi futuri” per l’impianto generale di progetto, per la predisposizione dei lavori da svolgere, per l’organizzazione delle forniture dei servizi e per eventuali aperture a figure pubbliche o private. Quest’ultimo passaggio ”cruciale” in vista di una gestione economica della struttura almeno in pareggi.

L’inizio è di routine….”La Cittadella Militare di Alessandria, costruita nella prima metà del XVIII secolo per iniziativa di Vittorio Amedeo II dall’ingegnere militare Ignazio Bertola, costituisce una testimonianza eccezionale di architettura militare, la cui tutela e valorizzazione’ — intese anche quale fondamentali strumenti di crescita e sviluppo territoriale – rappresentano un obiettivo significativo per le parti;” poi si passa alla prima informazione vera: “nel mese di febbraio 2016 la Cittadella è stata consegnata dall’Agenzia del Demanio — Direzione Regionale Piemonte e Valle d’Aosta al Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo, all’attuale Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio delle province di Alessandria, Asti, e Cuneo, al fine di poter avviare le necessarie politiche di tutela, conservazione e valorizzazione”. Un “momento della vicenda” comunque noto a cui sarebbero dovuti seguire molti incontri di studio e di proposta. Il testo ne riporta uno solo. Per la precisione quello della seduta del 1 maggio 2016 in cui il Comitato Interministeriale per la Programmazione economica approvò con deliberazione n. 3/2016 (GU n.189 del 13.08.2016) il Piano stralcio Cultura e Turismo, di competenza del Ministero dei Beni e le Attività culturali e del Turismo, per la cui realizzazione ha assegnato al Ministero medesimo l’importo complessivo di un miliardo di euro ( Fondo Sviluppo e Coesione per il ciclo di programmazione 2014-2020, ai sensi dell’art. 1, comma 703, della L. 190/2014.

cittadella-piazza-darmiNel quadro dei finanziamenti rientrano anche gli interventi di conservazione e valorizzazione della Cittadella Militare di Alessandria, con uno stanziamento di 25 milioni di euro finalizzato alla definizione dell’intera operazione e all’avvio delle prime operazioni di messa in sicurezza, conservazione, dotazione infrastrutturale e valorizzazione della Cittadella, sulla scorta della decisione assunta dal CIPE.

Il Piano (quello del Ministero della Cultura) risponde a una visione che considera strategico il ruolo del patrimonio culturale nelle politiche nazionali di sviluppo sostenibile e vede nella cultura “un importante fattore di confronto, dialogo, scambio di idee e valori oltre che uno strumento di promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo”.

Ma di cosa si tratta?…

Il Piano mira al rilancio della competitività territoriale del Paese attraverso l’attivazione dei potenziali di attrattività turistica, l’integrazione tra turismo e cultura e il potenziamento dell’offerta turistico-culturale. Proprio quel tipo di approccio che dovrebbe portare all’autosufficienza della Cittadella. Infatti: “la rilevanza degli obiettivi e dei risultati attesi dalla realizzazione dell’intervento rimanda ad un processo di valorizzazione che non può che avvenire attraverso il coinvolgimento – diretto o indiretto – di tutti i soggetti istituzionali che per ruolo, competenza o disponibilità di risorse economiche, possono contribuire al buon esito dell’iniziativa, con il comune obiettivo di promuovere le iniziative necessarie al pieno recupero ed alla valorizzazione della Cittadella, secondo modalità tali da consentire che questa possa divenire un luogo di promozione e conoscenza dei valori culturali del territorio ed al tempo stesso favorirne la crescita e lo sviluppo”. Vale a dire che i giochi veri saranno aperti solo a chi per “ruolo” (ad esempio il Comune o la Prefettura), “competenza” (termine interessante che prefigura una “valutazione di competenze” tutta da definire nel dettaglio) o, senza fronzoli, per chi ha “risorse economiche in disponibilità”.

Saranno loro, e solo loro, i protagonisti delle scelte che dovranno comunque rispettare alcuni obiettivi già stabiliti:

.-. definire i contenuti di un’azione comune e condivisa (1) necessaria per portare a compimento un intervento innovativo e di notevole rilevanza strategica che può costituire un’importante opportunità di crescita per la città di Alessandria e per l’intero territorio regionale, privilegiando ipotesi, soluzioni e percorsi ispirati al rispetto del valore storico e monumentale e delle peculiarità ambientali e paesaggistiche del luogo, al fine di metterne in evidenza e non sminuirne in alcun modo la intrinseca eccezionalità;
.-. ricercare l’integrazione con le reti ed i sistemi territoriali, anche su scala vasta (2), al fine di far della Cittadella un punto di forza del sistema di beni culturali nazionale
.-. massimizzare la fruizione da parte del pubblico, ponendo fine all’isolamento che ha segnato fasi più recenti della vita della Cittadella, incrementando la sua connessione con la città e con il territorio già avviata con il programma integrato di sviluppo urbano (PISU) finanziato dal POR FESR 2007/2013 (3) e con la realizzazione del “Ponte Meier” (4) quale ricucitura urbanistica e collegamento della Cittadella con gli ambiti urbani collocati sulla sponda opposta del Tanaro
.-. favorire l’inserimento di attività, servizi, produzioni ed attrezzatura di spazi tali da dare evidenza e forza all’immagine della Cittadella (5) e consentirne una fruizione ordinaria e continuativa, stimolandone il ruolo di attrattore (6) e promuovendone la funzione di elemento trainante dello sviluppo e della crescita territoriale;
.-. promuovere scelte sostenibili e tecnologicamente avanzate (7) , al fine di fare della Cittadella un luogo capace di esprimere i valori culturali nella contemporaneità;
.-. l’ascolto, condivisione e partecipazione dei soggetti portatori di interessi del territorio. (8)
Gli obiettivi dichiarati nel Piano. Modalità e tempi di realizzazioneCittadella nuova

Proprio per essere il più didascalici possibile si ricorda che il presente accordo è finalizzato
.-. alla definizione condivisa delle azioni necessarie per la realizzazione degli interventi di seguito indicati, ché costituiscono una prima fase attuativa (9) del complesso degli interventi per il recupero e la valorizzazione della Cittadella, indirizzati:
.-. alla messa in sicurezza e conservazione degli edifici della Cittadella, attraverso opere di consolidamento strutturale delle murature perimetrali e degli orizzontamenti, restauro e riabilitazione delle coperture, ripristino delle chiusure; (10)
.-. alla messa in sicurezza del perimetro fortificato, attraverso il consolidamento delle cortine bastionate, la verifica delle alberature ed ogni opera necessaria a rendere gli spazi esterni della Cittadella, connotati da un alto valore ambientale e paesaggistico, adeguati alla fruizione quale area verde pubblica;(11)
.-. allo studio, progettazione e prima realizzazione delle dotazioni infrastrutturali ed impiantistiche necessarie all’uso pubblico della Cittadella, secondo modelli tesi all’innovazione, all’efficienza energetica ed alla salvaguardia ambientale;(12)
.-. all’adeguamento del cosiddetto Quartiere Sant’Antonio a sede della Soprintendenza, provvedendola di adeguati spazi per le attività di archivio, deposito e restauro; (13)
.-. al restauro e progressivo adeguamento degli edifici militari e delle casematte per finalità connesse alla valorizzazione del complesso; (14)
.-. alla realizzazione del Piano di azione della Strategia urbana integrata e sostenibile finanziata dal POR FESR citato in premessa. (15)

Gli interventi, in sostanza, rappresentano l’avvio della riqualificazione del complesso, indirizzata ad attivare un processo capace di portare nella Cittadella attività pubbliche e private e di richiamare un movimento turistico costante. (16)
Su alcune “strutture specifiche” si rimane nel vago…

Il documento in oggetto precisa che le parti si impegnano ad operare congiuntamente — valorizzando le proprie rispettive competenza e condividendo le documentazioni ed i dati disponibili — per definire i necessari interventi di salvaguardia, promozione e valorizzazione, nonché agevolarne la graduale e condivisa attuazione, anche mettendo in campo “ulteriori risorse economiche da deliberarsi in autonomia e tuttavia da destinare al perseguimento di obiettivi condivisi. “ E non solo. Ci si impegna ad attivare ogni procedura necessaria ad agevolare e consentire il rispettivo intervento economico, anche attraverso accordi per la disponibilità e l’uso di specifiche parti del complesso “a favore delle istituzioni beneficiarie di risorse specifiche”. Questa parte di articolo 3 meriterebbe ben più di una riflessione… Si stanno aprendo porte e finestre ad evoluzioni successive di cui si ha solo lontanamente la percezione. Certo un modo per “gettare il cuore oltre l’ostacolo”… Ma a tutto c’è un limite.
Quali sono le “parti” in causa?

Su questo punto il “Piano” è più dettagliato, essendo questa una definizione procedurale di più semplice attuazione. Le “Parti” – a breve (così si esprime il “Piano”) – esprimeranno la volontà di sviluppare, ciascuna per quanto di competenza, una concertazione istituzionale in funzione dell’attuazione degli obiettivi del presente accordo.

A tal fine, dovrebbe essere stato già costituito un Gruppo di lavoro – Tavolo dei sottoscrittori (TS) composto da un rappresentante di ciascuna Parte. C’è, però, in questa sezione riguardante i vari profili, una frase che ci preoccupa: “I nominativi dei componenti saranno successivamente comunicati mediante scambio di note fra le Parti. Possono partecipare ai lavori del Gruppo di Lavoro – TS, ove necessario, anche rappresentanti di altri Enti/Amministrazioni eventualmente interessati, con particolare riferimento alle Amministrazioni statali preposte ai rilascio di pareri o nulla osta preventivi e/o orientativi”. Quindi… siamo ancora in alto mare… quel “saranno successivamente” non fa presagire nulla di buono.
Quali sono i compiti del “Gruppo di Lavoro”?

Anche su questo particolare aspetto la verbosità del documento di “Piano” è, diciamo – con un eufemismo – , più che esauriente. Infatti il Gruppo di Lavoro – TS ha il compito di:

.-. individuare le soluzioni tecniche ed i percorsi amministrativi adeguati al raggiungimento degli obiettivi strategici condivisi;

.-. ricercare soluzioni di sistema ed innovative alle problematiche più complesse;

.-. definire, attraverso la preliminare stesura di un master-plan condiviso e la successiva progettazione, gli elementi tecnici, amministrativi ed economico- finanziari degli interventi di cui all’ art. 2, verificando la coerenza con le norme del governo del territorio sia a carattere nazionale che regionale ovvero individuando le linee guida e le procedure più semplificate per le eventuali variazioni dei piani e programmi che intervengono nella disciplina del governo del territorio e del paesaggio.

E qui ci fermiamo un momento perché il peso di quanto messo nero su bianco è sicuramente “impegnoso” (ve lo ricordate il tormentone sul “petaloso”…). Già solo la stesura di un “master plan” condiviso basterebbe a riempire un libro, sia per la corretta registrazione delle varie opinioni, sia per i criteri di scelta finale. A meno che, come è già successo altre volte in questa città (vedi riordino di Via Dossena o risistemazione integrale dell’area di Piazza Santa Maria di Castello) si passa direttamente dalla decisione in un circolo ristretto alla comunicazione “erga omnes” tramite organi di stampa… E chi è stato bravo a prendere i contatti giusti al momento opportuno, risulterà in qualche modo nelle realizzazioni finali… altrimenti “sarà per un’altra volta”. Comunque i compiti che attendono il cosiddetto TS, riprendendo la narrazione precedente , sono i seguenti:

.-. promuovere l’istituzione di tavoli tecnici generali e tematici, tali da raccogliere i soggetti pubblici e privati portatori di interesse a vario titolo coinvolti e interessati nel processo di recupero e valorizzazione, compresi quelli impegnati in attività di associazionismo culturale a favore della Cittadella, al fine di dar corpo ad un processo di ascolto e di costruzione partecipata del processo di recupero e valorizzazione della Cittadella, consolidando e indirizzando verso i comuni obiettivi le sinergie già in atto;

.-. monitorare il cronoprogramma progettuale di cui all’art. 6 ed implementare le attività e gli interventi in base alle risorse che si renderanno via via disponibili. Come si dice in questi casi… “Auguri” e, soprattutto, “occhio ai tempi di attuazione”.

Gli impegni dei vari Enti

Ma ragioniamo ancora qualche minuto sulle risorse. Allo stato attuale delle cose i conti (quindi i “trasferimenti veri”) si presentano nelle modalità seguenti: il Ministero dei beni e delle attività culturali si impegna ad attivare e utilizzare (per le finalità e gli obiettivi indicati) le risorse rese disponibili dal Fondo Sviluppo e Coesione per il ciclo di programmazione 2014-2020, L. 190/2014, pari a complessivi a 25 milioni di euro, suddivise nelle annualità sui di seguito riportate

anno 2017 —1 milione di euro
anno 2018 —1.5 milioni di euro
anno 2019 — 2 milioni di euro
anno 2020 — 6 milioni di euro
anno 2021 — 6 milioni di euroù
anno 2022 — 8.5 milioni di euro

attivando – in coerenza con le previsioni della scheda intervento n. 19, “Alessandria, Cittadella Militare” – le necessarie procedure di progettazione, aggiudicazione e realizzazione, in conformità alle disposizioni del d.lgs n.50/2016 (Codice degli Appalti) e nel rispetto del cronoprogramma progettuale, condiviso con il Gruppo di Lavoro -TS.

“Si impegna ad agevolare, nel corso delle attività di cantiere e compatibilmente con le esigenze di sicurezza, la continua fruizione della Cittadella ed il suo uso pubblico, affidato alla custodia e vigilanza della Città di Alessandria come meglio descritto al successivo art.9, nonché a condurre e promuovere l’attività di restauro della Cittadella curandone la visibilità e comunicazione, al fine di consentire la partecipazione e la condivisione della cittadinanza al processo di recupero e valorizzazione.”

Non solo, oltre all’affidamento in responsabilità a nominativi e uffici precisi Comune di Alessandria (superando l’attuale confusione) si impegna a rendere disponibili gli spazi aperti ed i locali agibili della Cittadella, previa specifici accordi, per le manifestazioni istituzionali promosse dalla Città di Alessandria o altro soggetto istituzionale con finalità di valorizzazione, nonché a definire accordi funzionali alla messa in disponibilità, per un congruo numero di anni, per gli altri enti sottoscrittori di spazi o edifici destinatari di finanziamenti specifici. Benissimo. Fine dell’ “anarchia” attuale ed inizio di una nuova fase secondo criteri di equilibrio fra le esigenze dei vari usufruttuari, senza dimenticare l’importante apporto di tutte le associazioni aventi titolo ad una qualche funzione di promozione. Il pensiero va immediatamente al FAI, al Gruppo Bersaglieri già operante, al Comitato di Salvaguardia della Cittadella… Ma l’elenco finale deve, come è giusto, essere ancora redatto e, purtroppo, anche per questo compito specifico si prevedono tempi non brevi.

Gli impegni specifici dell’ Ente Regione

Anche la Regione Piemonte, in tutta questa fase riorganizzativa e pure nella seguente “gestionaria”, ha importanti compiti. Per esempio è previsto che si impegni ad attivare a favore della Città d’ Alessandria specifiche risorse economiche a valere sul POR FESR 2014/2020, Asse VI “Sviluppo urbano sostenibile”, in coerenza con gli obiettivi di salvaguardia del patrimonio storico, culturale ed ambientale inteso “come elemento capace di determinare la valorizzazione del sistema turistico.e le ricadute sul sistema economico ai fini di aumentare la competitività del territorio”. E qui la questione si amplia e va considerata in una prospettiva differente. Infatti le risorse regionali sono destinate al raggiungimento di tre obiettivi tematici afferenti allo sviluppo delle TIC in ambiente urbano, all’efficienza energetica (a) e all’uso delle energie rinnovabili (b), alla conservazione promozione e sviluppo del patrimonio culturale e naturale (c). L’Ente Regione si impegna inoltre a promuovere e sostenere ogni procedimento di specifica competenza necessario a favorire l’insediamento nella Cittadella delle attività necessarie alla sua piena valorizzazione.
Le risorse, in questo caso, sono di poco inferiori a dieci milioni di euro e, ci risulta, siano già iniziate le corse ad ostacoli per avere ulteriori informazioni su “quali tipi di progettazione energetica saranno prioritari?”, “per quali aree?”, “quali aspetti del patrimonio culturale e naturale si vorranno valorizzare?”, il tutto in vista di una corretta partecipazione ai bandi o alle altre forme di incarico che, come da prassi, saranno preparati per l’esigenza. Ma su questa particolare “piega” dell’insieme, ritorneremo alla fine.

Considerazioni finali

Insomma, come avrete capito, siamo ancora alle fasi preliminari e, sinceramente, dai tre assessorati comunali più direttamente coinvolti, ci saremmo aspettati molto di più. Saranno anche molte le incombenze dei vari uffici competenti ma, lasciatecelo dire, un buon dieci per cento degli sforzi andava – fin da subito – dedicato a questo bene prezioso che è la Cittadella di Alessandria. Così non è stato. Oltretutto siamo indietro dal punto di vista “tecnico-burocratico”. Come previsto al punto 2.1 della delibera 3/2016 “sarà stipulato” un successivo Accordo tra il MiBACT, cui sono assegnate le risorse finanziarie, responsabile degli adempimenti in materia di monitoraggio e di sorveglianza degli interventi compresi nel Piano Stralcio, e gli Enti interessati all’attuazione di specifiche componenti dell’intervento, come preliminarmente individuate dalla scheda-intervento n. 19, “Alessandria, Cittadella Militare” allegata al presente Protocollo e meglio individuati all’art. 2. Altro tempo… altri “pour parler”… altri rimandi. Infatti viene utilizzato un verbo “sarà stipulato” molto “parafulminoso”.

Solo alla fine di questi passaggi l’Accordo definirà per ciascun soggetto attuatore l’importo relativo alle specifiche componenti dell’intervento, il relativo cronoprogramma di attuazione, il sistema di indicatori, il sistema di gestione e controllo, il circuito della spesa, “ivi incluse eventuali spese già concordate tra le Parti nelle fasi interlocutorie precedenti la sottoscrizione del presente Protocollo, che siano state sostenute da uno o più enti coinvolti nell’attuazione dell’intervento per la realizzazione delle opere preliminari propedeutiche o accessorie comunque previste dall’intervento in oggetto”. Quindi, praticamente “tutto”. Preoccupa soprattutto la parte virgolettata finale, con un riferimento da chiarire ad “eventuali spese già concordate” proprio riguardo a questa fase – quella attuale – preparatoria a tutto l’insieme. Di quali incombenze stiamo discutendo? Chi le ha autorizzate? Secondo quali criteri? Domande a cui – a breve – già la presente Giunta deve dare risposte.

E, sempre riguardo a questa presente fase di impostazione tecnico – finanziaria, ci risulta di forte preoccupazione anche l’altro passaggio, simile al precedente, su cui chiudiamo il lungo intervento (…ma, Vi assicuriamo, doveroso per la quantità di informazioni evidenti e sottese che vi sono all’interno).

Infatti, sempre nel “Piano” in oggetto si afferma, rispetto alle spese sostenute nella fase di avvio, che: “ la quota di risorse relativa alle spese per il coordinamento, la sorveglianza dell’attuazione anche con riferimenti al programma amministrativo e dell’implementazione dei sistemi di monitoraggio nazionale, nonché del rafforzamento all’avanzamento finanziario, fisico e procedurale dell’intervento al fine della rendicontazione, (devono essere conteggiate nell’insieme degli stanziamenti)” . Un motivo in più per alzare le antenne e capire “come siamo messi”. Immediatamente dopo la “consapevolezza del fatto”, però, consigliamo tutti i giovani o meno giovani, i rappresentanti di studi, i responsabili di ditte o associazioni in qualche modo interessate ai moltissimi lavori / attività che verranno fatte nella grande area della Cittadella, di tenere un occhio fisso alla bacheca di pubblicazione dei bandi e delle modalità di incarico (soprattutto all’Albo Pretorio comunale), non lasciando nulla di intentato e, soprattutto, cercando di competere equamente e senza facilitazioni di sorta con tutti gli aventi diritto. Ponendosi tranquillamente anche in competizione con “quelli benedetti dal Signore” che hanno sistematicamente le dritte giuste settimane prima degli altri. Anzi… questa funzione informativa “tempestiva” ce la accolleremo noi (17) ben volentieri (studiando modalità e forme di comunicazione adeguate). La “Cittadella” è un bene troppo importante per ridurlo al livello di uno dei tanti lavori collegati al PISU.

….
(1) concetto di “condivisione” tutto da verificare per quanto riguarda i partners, così come per gli aspetti inerenti l’”innovazione” degli interventi (sic).
(2) concetto di “scala vasta” da specificare in una seconda fase e, evidentemente , da “monitorare”;
(3) “PISU” e suoi problemi. Soprattutto quelli inerenti l’ideazione dei progetti e gli incarichi relativi alle realizzazioni;
(4) “Ponte Meier”e discutibile passaggio riguardante la “ricucitura urbana”; questo contatto c’è sempre stato e, per la verità , è mancato solo dal 2009 al 2015, cioè dal discutibile atto di abbattimento fabbiano (in linea con l’accordo sotterraneo già sottoscritto da una parte del Centro Sinistra e dalla Lega Nord ai tempi della dott.ssa Calvo) fino alle prime utilizzazioni più o meno autorizzate (2015).
(5) che significa “evidenza e forza all’immagin della Cittadella”?; cosa si vuol fare realmente?
(6) in quale modo “ruolo di attrattore”?; si apre una prospettiva sicuramente importante ma ancora molto fumosa.
(7) che significa “scelte sostenibili e tecnologicamente avanzate? (e soprattutto come si attueranno? con bandi, incarichi diretti? altro?… Come si vede un’autostrada ancora tutta da percorrere, anzi proprio da “costruire”.)
(8) frase che conforta poco… molto breve e generica . Già … quale condivisione e partecipazione del territorio? Su quali parametri?
(9) “Prima fase attuativa”. Ecco una delle chiavi di interpretazione del Piano in oggetto: – firma e “incontro” telematico, – accelerazione dei tempi dovuti a motivi di contingenza (elettorale?); ancora una volta indeterminatezza nei punti cardine.
(10) e “messa in sicurezza” significherà quantità di incarichi ed appalti su cui bisognerà vigilare con attenzione, anche nella fase ideativa (PISU docet)
(11) Anche su questa parte di valorizzazione “paesaggistica” bisognerebbe ritornare con calma; su quali spazi si vuole intervenire, una volta debellato l’Ailanto e le altre infestanti?; cosa si vuole presentare “all’onor del mondo”, viali di platani, presenze arboree classificate? (anche con piante centenarie?); per quale fruizione?
(12) ancora una volta “attenzione alle parole scritte”; questo è un passaggio di fondamentale importanza foriero di impegni di prossima pubblicizzazione, probabilmente proprio con l’accesso al primo milione “franceschiniano”
(13) anche questo, molto probabilmente fra i primissimi interventi in calendario. Siccome i fondi sono del MiBACT è più che prevedibile che vadano fin da subito a vantaggio delle strutture della nuova sede di Soprintendenza.
(14) l’indeterminatezza del capoverso prefigura una sola cosa…”Pazientate e tra un po’ di anni vedrete qualcosa…”.
(15) Dunque…cerchiamo di capire … il nuovo PISU sarà il PASUIS … stesse modalità? …. stessa velocità nell’identificare i “collaboratori esterni”? …. stessa “filosofia del Fare” di renziana memoria?… Ma la “partecipazione dei portatori di interessi” dove la andremo a piazzare?
(16) anche qui troppa indeterminatezza; quali attività pubbliche e private? con quali ricadute previste? ; è stato fatto un “piano di risposta” circostanziato con diverse opzioni riguardo alla prevedibile movimentazione di persone?
(17) In questo caso il “noi” è da intendere come “Consulta delle Associazioni di Volontariato no profit iscritte all’Albo Comunale delle Associaioni – area Ambiente / Protezione Civile).