L’anno che verrà [Controvento]

2017-3di Ettore Grassano

 
Eccoci dunque. Il 2017 è cominciato, l’Italia barcolla ma è ancora in piedi, e questo potrebbe rivelarsi un anno di grande cambiamento, assai meno nefasto di quanto alcuni vogliono farci credere.

Certo, lo snodo è che il sistema bancario regga, perché altrimenti sotto le macerie di resteremo tutti: chi i soldi ce li ha e potrebbe perderne una parte, e ancora più chi non ne ha, e avrebbe enormi difficoltà a guadagnarsi da vivere.

Il vero snodo è in verità tornare a dare forza, dignità e valore al lavoro. Il vero dramma è che oggi in Italia lavorare è ‘diseconomico’: non conviene più, o conviene sempre meno, eccezion fatta naturalmente per le fasce garantite a reddito fisso, e pubblico. Epperò, badate bene, o ridiamo un senso, e premi tangibili, a chi sa fare e a voglia di fare o, verrebbe da dire, in un mondo di servi ‘cottimisti’ costretti a lavori improbabili e precari per sbarcare il lunario viveteci voi, che ci viene da ridere. O da piangere, e da migrare.

Tutta da leggere, sul tema lavoro, l’intervista di oggi, con l’alessandrino della amazongenerazione ‘millennials’, Alessandro Gavazza, che con lucidità, disicanto e concretezza racconta un’esperienza reale di lavoro quotidiano di questi mesi, e anni. Amazon non è il babau, a ben intendere le parole dell’intervistato (è una singola persona ovviamente, altri potranno raccontare anche punti di vista diversi), e anzi per molti versi rappresenta ‘il top di gamma’, se rapportato ad altre ‘catene di montaggio’, anche e soprattutto di casa nostra. Poi naturalmente ci sarebbero tutte le considerazioni sul ‘tempismo’ alessandrino, considerato che in questa provincia, così ‘naturalmente’ vocata alla logistica, la logistica vera alla fine non arriva mai, preferendo regolarmente altri lidi: Piacenza, Vercelli, Novara ecc…

Colpa dell’ignavia e dell’incapacità della classe politica locale? O di tutta la classe dirigente, imprenditori compresi? Decidete voi.

Comune Alessandria 3A Palazzo Rosso, intanto, la tensione cresce. A maggio si vota, ed è già partito il balletto dei ‘posizionamenti‘, e dei tentativi di capire cosa potrà succedere, e con chi conviene stare. Il punto vero, però, è con chi staranno i cittadini, e se ci sarà un’offerta politica capace di riconquistare la loro partecipazione, come è avvenuto per il recente referendum.

A fiuto, pare di capire che la voglia di esprimersi e di contare anche più di qualcosa stia tornando. Ascoltando i discorsi delle persone nei bar e negli incontri più o meno occasionali ci sembra che lo scoramento e la rassegnazione degli ultimi anni stiano lasciando il passo ad un nuovo desiderio di partecipazione.

Se sarà così, e chi ne trarrà beneficio, lo vedremo. Di certo ci piacerebbe che, da subito, ci fosse detto con chiarezza se e quale ruolo la politica locale può giocare nel determinare, davvero, il futuro di questo territorio. E come intende fare: quindi quali sono i progetti, e quali gli strumenti per realizzarli.Elezioni

Poi naturalmente c’è il toto nomi per i candidati alla poltrona di sindaco, a cui torneremo a dedicarci da domani. Ma senza un progetto vero, e condiviso dagli alessandrini, il toto nomi rischia di essere un gioco per pochissimi, mentre qui è in ballo il futuro di molti, moltissimi. Diciamo pure di tutti noi.