Lorenzo Mina – Prof. Ing. Architetto – Alessandria #2 e Cartolina dei Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina.

Già in altre occasioni ho avuto modo (e il piacere) di raccontare di un interessante personaggio alessandrino, il Prof. Ing. Arch. Lorenzo Mina[1].

Oggi propongo un altro scritto – da poco entrato a far parte della mia raccolta – che riguarda questo eclettico e stravagante signore.

Quest’uomo, oltre ad essere uno studioso di storia locale, è conosciuto e ricordato anche per la sua esuberanza ed eccentricità. Era quello che aveva fatto apporre sulla facciata della sua casa di Via Santa Maria di Castello n. 3 (Casa propria) il motto «Si fa come si può», oltre a numerosi disegni e strane raffigurazioni.

Verso il cortile una scritta sul muro recitava «Si fa come si vuole».

La corrispondenza di Lorenzo Mina.

Lo studioso adoperava spesso delle semplici cartoline per i suoi rapporti con terzi. Se ne serviva per sue richieste o per dare spiegazioni, anche di tipo tecnico e storico, riguardanti il proprio lavoro o per curiosità relative a ciò che non riusciva a controllare e a verificare di persona nell’immediato. Svariati esempi di tipo analogo sono presenti nella mia raccolta ed illustrano abbastanza ampiamente questi suoi interessi. A volte sulle cartoline eseguiva a mano dei veri e propri disegni tecnici ed il testo che accompagnava questi schizzi chiariva in maniera esaustiva le sue richieste al destinatario.

Il soggetto che voglio regalare oggi ai miei lettori raffigura uno scorcio dei Giardini Pubblici di Alessandria. Vi è raffigurato uno dei vialetti che portano verso la Stazione Ferroviaria (proprio alle spalle dell’attuale Bar Piccadilly). Le aiuole sono tutte contornate da alti picchetti di legno che sostengono un filo metallico, a protezione dei tappeti erbosi. Stranamente si può trovare una vaga somiglianza del luogo ritratto con i giardini dei giorni nostri. I prati (almeno in estate) paiono vere e proprie selve oscure.

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Oltre la bella signora in abito lungo e con un copricapo monumentale si scorgono robusti sedili in pietra che mai a mia memoria ricordo di aver visto… Neppure le pietre ad Alessandria riescono a passare indenni attraverso il tempo!… Ancora poco più avanti un bel lampione in ghisa si erge maestoso a sorreggere l’apparato per l’illuminazione.

L’editore della cartolina è ancora una volta G. Vistosi, come quasi sempre si può osservare nelle corrispondenze dello studioso alessandrino.

Ed ecco il testo della cartolina centenaria:

“Da Alessandria lì 24 Agosto 1916

All’Eg io Signor

Avvocato Giuseppe Fregni[2]

Piazza Roma n.o 10

MODENA

Grazie della cartolina sua con il simpatico ritratto. Grazie pure infinite della memoria sull’incisione nella grotta di Corneto[3]. Ora, oltre che con i parrucconi se la piglia con i medici e con le acque da tavola. Benone. E vedo che ella è anche con il Popolo.

Bravo sempre! Per la parola Crea, io credo proprio che la interpretazione più naturale sia creta. Sul luogo sonvi cave di pietra da calce e da laterizii. Forse scriverò Nota in proposito.

Intanto la saluto, sempre lieto di fare per Lei quanto so e posso.

Suo dev.

Lorenzo Mina Architetto”.

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Come sempre accade, nelle corrispondenze di Lorenzo Mina i timbri si sprecano. Oltre a ben tre annulli postali tondi (due di partenza datati 24. 8. 16. – [alle ore 22] e uno poco leggibile, di arrivo, datato 25. 8. 16. [relativo alle ore 17]) vi sono quello classico, tondo e verdolino, che racchiude le lettere del suo cognome e – questa volta – un timbro lineare che specifica chi sia il mittente della cartolina: “Spedisce ARCHITETTO MINA”.

Per augurare ai miei lettori un buon anno 2017 ho pensato – inoltre – di proporre in dono una cartolina augurale. D’epoca s’intende!

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La bella litografia, purtroppo di autore sconosciuto, propone una scenetta con l’innocente gioco di bambini; una incruenta battaglia a palle di neve a cui partecipa – come spettatore – un pupazzo con cilindro malridotto… La cartolina è stata prodotta in Italia ed è intuibile, quindi, che anche l’autore possa essere nostrano. E con questo passo e chiudo.
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[1] Per approfondimenti sul Personaggio (nato ad Alessandria il 20 Novembre 1871 e ivi morto il 30 Gennaio 1941) si vedano anche altri miei scritti su CorriereAl:

https://mag.corriereal.info/wordpress/2014/06/22/lorenzo–mina–prof–ing–architetto–alessandria–un–tuffo–nel–passato/

https://mag.corriereal.info/wordpress/2014/04/27/i–portici–di–piazza–savona–un–tuffo–nel–passato/

 

[2] È cosa relativamente interessante dare un’occhiata ad una pagina di internet riguardante un quesito. L’Avvocato Giuseppe Fregni, interlocutore del nostro Mina, dà risposta e chiarisce (ad un terzo) una curiosità relativa all’interpretazione di una lapide cinquecentesca.

http://www.comune.montese.mo.it/moduli/files/32_FregniRanocchio.pdf

 

Esiste un Archivio della Famiglia Fregni e dell’Opera Pia avv. Giuseppe Fregni (Bomporto) 16701964:

http://archivi.ibc.regione.emilia–romagna.it/ibc–cms/cms.item?munu_str=0_1_0&numDoc=8&flagview=viewItemCaster&typeItem=2&itemRef=IT–ER–IBC–036002–001–002

 

[3] Per chi volesse saperne di più sull’amico di Mina:

FREGNI, GIUSEPPE

– Di un’iscrizione etrusca già esistente nella grotta di Corneto Tarquinia: studi storici e filologici, Modena, tip. degli Operai, 1900, 37 p., 1 tav., 8°.

– Su le antichità di Faleria a non meno di VII secoli avanti Cristo. Di una iscrizione e di un bassorilievo che furono scoperti prima d’ora tra i ruderi dell’antica città di Faleria, una fra le dodici città capitali della più antica Etruria. Modena, Un. tip. Lit. Modenese, 1905, 23 p., 8°.

– Antichità etrusche di Corneto Tarquinia e cioè di due iscrizioni poste in due sarcofagi che si scoprirono a Corneto Tar negli scavi che colì si fecero dal 1871 al 1876, e che si trovano ora, l’uno nel museo Archeologico di Firenze detto delle Amazzoni, e l’altro nel Museo Etrusco di Corneto Tarquinia detto del Magnate. Modena, Soc. Tip. Modenese, 1918, 20 p., 8°.

– Nell’antico Stato Romano di Veio e dell’antica Veja. Mo Soc. Tip. Modenese, 1922, 31 p., 8°.