A tu per tu con Roberto Cotroneo [Occhio ai giovani]

giovani-2di Edoardo Prigione

 
Alessandria ha ospitato dall’1 al 3 dicembre il Convegno Nazionale della Stampa Studentesca, a cui hanno partecipato giovani aspiranti giornalisti da 27 province d’Italia, che si sono confrontati su temi di attualità oltre al giornalismo, sia del passato che del futuro, nazionale e ovviamente scolastico.

Gli studenti hanno avuto la possibilità di incontrare Roberto Cotroneo, giornalista, scrittore, fotografo e Direttore della Scuola Superiore di giornalismo della Luiss di Roma.

L’intervento del saggista e romanziere alessandrino si è concentrato sui nuovi mezzi di comunicazione, sull’informazione di oggi, di ieri e di domani. Durante un breve colloquio con Cotroneo ho avuto modo di chiedergli quale fosse la sua opinione sul Convegno, che è risultata più che positiva: “credo che sia un dovere di quelli che fanno questo mestiere dialogare con i giovani per trasmettere il proprio sapere e trarre allo stesso tempo insegnamenti come lo stare nella modernità”, cioè uno scambio in cui gli adulti imparano l’oggi e i ragazzi ciò che è stato.

Il giornalismo, al centro della discussione di questa tre giorni, è cambiato giovani-1radicalmente con la rivoluzione digitale, infatti “siamo costantemente online, siamo informati su tutto, abbiamo mezzi utilizzabili con estrema facilità”. Si tratta di un cambiamento che non si ferma, “dieci anni fa al primo biennio della mia scuola di giornalismo il web era presente a metà, adesso i ragazzi stanno più su Internet che sulla carta stampata” e guardando al futuro evidenzia che “forse la carta stampata diventerà di nicchia”. La sfida dell’informazione nei prossimi anni è rimanere “accessibile e semplice”.

“Oggi” spiega Cotroneo “non è più possibile bloccare in alcun modo la stampa, mentre trent’anni fa per fermarla bastava che si chiamassero in dieci tra direttori di quotidiani, telegiornali e giornali radio”.

E illustra un altro esempio molto suggestivo: “nelle leggende metropolitane chi fa un golpe occupa la televisione di Stato: è un film, ma una volta era possibile, tanto che esiste alla Rai uno studio segretissimo collegato con tutte le reti nazionali di cui erano a conoscenza solo il presidente della Repubblica e pochi altri perché in caso di controllo del servizio pubblico si potesse trasmettere da un altro studio il messaggio di pericolo. Oggi è impensabile”, perché l’informazione è anche e soprattutto dei social network che farebbero circolare comunque la notizia.

giovani-5Questa enorme libertà di espressione è, però, anche la causa del dilagare di notizie false e per Cotroneo questo è “il lato oscuro della libertà di stampa”. Tutti possono essere giornalisti e per chi, come me, lo vorrebbe fare di professione la domanda sorge spontanea: quali caratteristiche deve avere il giornalista “vero”? E il direttore consiglia di specializzarsi, perché “la nostra professione non è generica come si pensa”, ma è anche necessario “essere disposti a fare tutto, specialmente nei primi tempi”.

È importante inoltre puntare ad una formazione di qualità e affidarsi alle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti, ma la dote più richiesta è sicuramente la “determinazione” per intraprendere una professione con un ruolo di formazione della coscienza civile indispensabile per la vita democratica di una nazione.