Sanità piemontese: riorganizzazione necessaria

La riorganizzazione della sanità piemontese, processo necessario per garantire le migliori cure ai cittadini, ha subito un’accelerazione legata alla necessità di uscire dal piano di rientro, ereditato dalle amministrazioni precedenti.

Tale accelerazione tuttavia ha portato alcuni disagi nei territori e sollevato critiche, sia da parte dei cittadini sia degli operatori della sanità, di cui spesso si sono fatti interpreti gli amministratori locali. Ciò è stato dovuto anche alla carenza di un adeguato dialogo preventivo e di una condivisione del processo di riorganizzazione che ha portato lo stesso da essere subito come calato dall’alto e impermeabile a osservazioni e proposte di cui, forse, avrebbe potuto giovarsi.

Siamo consapevoli della complessa situazione ereditata dal passato e degli obblighi imposti dal piano di rientro con un cambio di passo, spesso gravato di pesanti sacrifici, ma proprio per questo una più ampia condivisione con i territori, incominciando da quelli che si trovano in condizioni periferiche e/o disagiate, avrebbe condotto a risultati migliori e ridotto i conflitti. Un atteggiamento che riteniamo debba essere perseguito con decisione per quanto attiene all’altro non meno importante aspetto della riforma, ovvero quella della rete territoriale dei servizi e in ogni altro provvedimento, compreso il rapporto con la Asl e le Aso e le sue ricadute sui cittadini.

La salute, diritto costituzionalmente garantito, è un valore primario per il centro-sinistra e crediamo che anche in momenti delicati e difficili come quelli che ha affrontato e ancora affronta la Regione nell’ambito della sanità, anche l’approccio con gli operatori del settore,i cittadini e i loro rappresentanti debba connotarsi come differente e migliore rispetto ad altri.

Premesso con chiarezza che la scelta del nuovo direttore regionale della Sanità spetta alla giunta e al suo presidente e che i partiti debbono restarne fuori, riteniamo indispensabile che tra i criteri che condurranno alla scelta vi sia anche la disponibilità e la capacità di garantire e perseguire quel dialogo necessario coi territori, coinvolgendo stituzioni ed operatori del settore. Dialogo e condivisione di cui la Regione dovrà essere motore e garante.

Cristina Bargero, Enrico Borghi, Paola Bragantini, Giovanni Monchiero
Parlamentari PD