Ascom si ‘butta’ a sinistra? [Controvento]

Aperto per culturadi Ettore Grassano

 
Ascom si butta in politica, nel centro sinistra? L’interrogativo circola insistente in queste settimane ad Alessandria, dove in molti (a partire dagli stessi iscritti) da un lato stanno apprezzando il nuovo l’iper attivismo dell’Associazione Commercianti, dall’altro inevitabilmente si chiedono ‘cui prodest’, o più banalmente qual è l’obiettivo non dichiarato, se esiste.

Proviamo a fare un passo indietro, allora. Pochi mesi fa, a marzo, le dimissioni dello Boano2‘storico’ presidente Luigi Boano: passaggio generazionale nella continuità, si disse. Anche se Boano in effetti era stato confermato soltanto l’anno prima, per cui qualche dubbio a qualcuno venne. Peraltro, nelle settimane e mesi successivi il nome di Boano rimbalzò anche, in diverse stanze e a diverse latitudini, come ipotetico candidato sindaco di centro destra. Incontri di certo ce ne furono, ma alla resa dei conti sembrò più trattarsi di un auto-candidatura che di un progetto politico più ampio. E la stessa Ascom precisò: “noi non facciamo politica, ma gli interessi dei commercianti”.

 

Ferrari 2Ed in effetti l’arrivo del nuovo presidente Vittorio Alberto Ferrari (un ‘brand’ che ad Alessandria non ha bisogno di ulteriori presentazioni), affiancato dalla volitiva intraprendenza lombarda del direttore Alice Pedrazzi, hanno portato spesso, in questo 2016, Ascom sotto i riflettori.

E attenzione: se fino al 2015 i momenti di ‘frizione’ con l’attuale giunta di centro sinistra non erano mancati (dalla pista di pattinaggio alla vicenda Ica, fino ad arrivare alla richiesta di dimissioni per l’attuale assessore al Commercio) ora la musica è decisamente diversa. Non solo propositiva, ma quasi da ‘santa alleanza’ per il rilancio della città. Alcuni esempi?

La vincente partnership con i Grigi (in verità ancora ‘farina’ del sacco di Boano), i prodotti alessandrini protagonisti anche di kermesse internazionali in Costa Azzurra (“Montecarlo è a due passi dal Monferrato”, ci dichiarò in un’intervista il presidente Ferrari), il successo notevole di Aperto per Cultura, tentativo di rivitalizzare il centro storico alessandrino partendo da una sua cronica ‘fragilità’, ossia il numero sempre crescente di serrande abbassate e di negozi chiusi, con cartelli vendesi e affittasi.
“Speriamo che non diventi un brand che si consolida nel tempo”, ci ha detto sorridendo un esponente del mondo immobiliare, ma l’iniziativa di Ascom, con il patrocinio del comune di Alessandria, è stata senza dubbio un grande Telecamera 1successo. Cui fanno ora seguito nuovi progetti, fra cui le telecamere installate da negozianti o anche privati cittadini, finalizzate anche ad un controllo pubblico del territorio.

Ma qual è allora il problema? Dove sta il ‘pelo nell’uovo’, e perché tanti mugugni? Un ‘bastian contrario’ della categoria dotato di acume e spirito critico in abbondanza, Simone Lumina, commentava nei giorni scorsi sul suo frequentato profilo facebook: “Quindi dopo l’acquisto dei vasi per abbellire la città i commercianti potranno comprare le telecamere per rendere Alessandria più sicura. Il prossimo passo sarà chiederci di acquistare sempre a nostre spese nuovi autobus?”

Lumina nuovaL’intervento di Lumina ha suscitato reazioni importanti, il che significa che ha toccato ‘un nervo’ scoperto: quanto i commercianti alessandrini devono ancora investire ‘di tasca loro’, e in cambio di cosa?

Non è che Palazzo Rosso ha deciso, nei fatti, di realizzare quel town center management di cui si parla da decenni, caricandone però costi e oneri sulle spalle dei negozianti? E, ancora: a cosa serve un assessorato al commercio, se nei fatti delle strategie e politiche commerciali si occupa Ascom? Non si rischia a questo punto di duplicare il modello un po’ ridondante dei servizi socio-assistenziali, dove nei fatti è il Cissaca ad occuparsi di tutto, e l’assessorato competente (non per colpa dell’assessore si intende, ma perché assolutamente ‘senza portafoglio’) di fatto fa pubbliche relazioni? Aggiungiamo ancora: poiché Ascom è realtà associativa importante, ma non esaustiva dell’universo del commercio, non avrebbe più senso confrontarsi in maniera organica anche con tutti gli altri, a partire da Confesercenti? E a questo punto cosa succederà nel 2017: il Comune di Alessandria organizzerà ancora, nel corso dell’anno, alcuni appuntamenti ‘storici’ del commercio (e se sì, ci investirà qualche risorsa vera?), o delegherà tutto ad Ascom?

Il punto vero insomma è politico, non imprenditoriale. Ossia si ha l’impressione che,valsecchi_00 con il nuovo corso Ferrari – Pedrazzi, con il supporto dell’intraprendente e apprezzato Davide Valsecchi, il baricentro di Ascom si sia spostato notevolmente verso il centro sinistra: dipende solo dal fatto che in questo momento in città governa il Pd, e quindi pragmaticamente si dialoga con gli amministratori in carica, o siamo di fronte anche ad una scelta ‘di prospettiva’, date le imminenti elezioni comunali della prossima primavera? E i commercianti sono stati interpellati, e cosa ne pensano? Intanto, come diceva già Totò…