Letture (horror) consigliate [Il Superstite 293]

Arona Danilo nuovadi Danilo Arona

 

Da troppo tempo sono in debito di segnalazioni con vari amici che si cimentano magistralmente con il genere che anch’io in parte frequento e che per comodità e sintesi chiamiamo horror, ma confesso che ormai la mia situazione esistenziale, per capirci, non mi consente più di dedicarmi alle letture da recensire come Dio comanderebbe. Uno, perché posso leggere solo di notte (e spesso neppure il caffè riesce a tenermi sveglio), due perché gli impegni che presuppongono la scrittura stanno aumentando, faccenda che certo mi piace ma che devo sostenere con un surplus di forze e di tempo (soprattutto, quest’ultimo) non esattamente disponibili per come sono messo. Vorrei aggiungere che aumentano mio malgrado, ma mi sa un po’ di cazzata… Perciò spero di essere perdonato se raggruppo in una sola puntata del Superstite i valorosi Pietro Gandolfi, Lapo Ferrarese, Christian Borghetti, Antonio Lanzetta, Luigi Musolino e Francesco Bello, a mio parere tra le firme emergenti del più recente neogotico.

Parto dall’ultimo, artista pugliese, perché mette in scena sin dalla presentazione un bel Cover Bellogioco di “Altri Io” che, per chi non lo sapesse, è una delle anime del genere sin dai tempi di Walpole. Francesco infatti si presenta come “Deva Silence”, per sua dichiarazione in terza di copertina adattamento nominale di “Devil of Silence” (una sorta di tributo a Cesare Pavese), autore di un testo corposo e interessante dal titolo L’ombrello nero del prete, che è pure il nome di un gruppo musicale di heavy rock capitanato dallo stesso Francesco. Questo meccanismo di rimandi, oltre a celebrare ancora una volta in modo assai felice le nozze tra horror e rock (anche se va sottolineato che il progetto musicale è al momento in stand-by), si esprime al meglio proprio nell’oggetto libro, un bel tomo in bianco e nero zeppo di foto e illustrazioni che commentano una demoniaca e sorprendente vicenda che rimanda al contempo a Poe e a King, ma che nella migliore delle tradizioni italiche trae ispirazione da vecchie storie pugliesi sulle quali Francesco ha saputo compiere un certosino lavoro di ricerca sul campo.

Cover MusolinoUn esercizio molto affine a quello dell’amico Luigi Musolino con il suo secondo volume di Oscure regioni – Racconti dell’orrore, antologia che percorre a ritroso gli orrori sepolti nella memoria e nell’inconscio collettivo dell’Italia rurale. Dieci stupende discese nelle paure dimenticate ma sempre latenti se ci si allontana di troppo dalle rassicuranti – non tanto – città che ci proteggono con illusorie pareti di cemento armato. Sul mio personale taccuino il terrificante Vagiti è un racconto che mi sarebbe piaciuto scrivere.

 

Antonio Lanzetta per l’interessante La Corte (editore torinese da seguire con Cover Lanzettaattenzione – suo è il notevole racconto lungo della canadese Claudine Dumont La bambina che amava Stephen King) pubblica il densissimo psycothriller Il buio dentro, ottimo esempio di canto e controcanto tra l’orrore sanguigno di oggi e un passato da decifrare in flashback, una sintesi felicissima tra il genere serial killer e quel gotico tra le pieghe che rimanda, involontariamente, a Stand by Me, solo perché quella dell’omone del Maine è divenuta per forza di cose l’adolescenziale estate più famosa di tutte. Libro che s’inizia e non si abbandona più a costo di farci l’alba.

 

Cover BorghettiDi Christian Borghetti scrissi su Pulp ai tempi del suo notevole esordio con Perdisa Tre volte all’inferno. Adesso l’uomo torna giustamente alla carica con due ottimi ganci che si chiamano Le cabinet Masson e Phobia. Il primo, raffinatissimo, ambientato nel 1912 a Parigi, fa ancora tornare alla mente un paragone che feci tra il cinema di Cronenberg e certe temi di Borghetti. Un tatuatore ambizioso, il corpo nudo di una modella con un dragone inciso sulla pelle, il misterioso omicidio della ragazza e una spasmodica indagine poliziesca alla fine della quale proprio il tatuatore dovrebbe dimostrare la propria innocenza… Phobia è invece un lavoro a quattro mani, tra Borghetti e la misteriosa Kuckisake, un’interessante antologia di brevissimi e raggelanti racconti (Snowflake e Ossa di vetro tra i miei preferiti) che scavano a fondo nelle ancestrali paure quotidiane. Non so chi sia la partner di Christian, ma annoto che Kuchisake, più che uno pseudonimo, è una dichiarazione di guerra… È questo infatti il nome di una leggendaria donna-mostro del folclore giapponese, la donna con la bocca squarciata, che insegue malcapitati passanti e che ha già ispirato qualche film visibile su youtube.

Lapo Ferrarese non è solo valente editore (Phasar Edizioni cui devo l’esistenza diCover Ferrarese Ancora il vento piange Mary), ma anche ottimo scrittore di racconti dichiaratamente horror con le antologie Incubi, Ombre e Vecchi amici. Di tutti si dovrebbe parlare, ma Una strana invasione è quello che ti si caccia in un angolo della mente e non ti molla più perché quegli esseri assurdi, tanto impossibili quanto surreali, che invadono di notte il nostro mondo sono anche maledettamente plausibili. E la plausibilità è la regola d’oro del buon horror e del bravo autore.

 
Infine, ultimo ma solo di una lista ripercorsa al contrario, il fratello nelle tenebre Pietro Gandolfi. Nato a Piacenza, patria di tanti altri talenti (Vic Curtoni su tutti), Pietro esibisce il fisico e la foggia di un vero rocker. Anche perché pure lui lo è; con lo pseudonimo Lord, infatti, è leader della band metal Bringer of War. Con un pugno di opere avvincenti (Dead of Night, La ragazza di Greenville, William Killed the Radio Star, Who’s Dead Girl?, Clayton Creed e, buon ultimo, Il gioco della bottiglia), Pietro ha saputo costruire una Cover Gandolfigeografia immaginaria e interconnessa di intenzionale ambientazione americana, fatta di luoghi dai nomi rassicuranti (mai fidarsi di certe apparenze) che suonano come Paradise City e Little Wood in cui ambientare varianti metalinguistiche in grado di rivitalizzare con intelligenza il genere: in fondo il DJ Jazz di William Killed the Radio Star, conduttore di una trasmissione notturna in una piccola stazione radio di provincia, e lo scrittore Frank Weaver che pubblica libri horror con lo pseudonimo “Clayton Creed”, lavorano e giocano con le parole, dette e scritte, e a un certo punto, in ambedue le storie un Evento Zero (nel primo una terribile tempesta di neve che costringe Jazz e i suoi collaboratori a rimanere bloccati di notte alla stazione edificio e in Clayton Creed l’arrivo di una seducente quanto infernale fan di nome Alexandra che arriva a spappolare la routine famigliare e lavorativa dello scrittore) scatenerà una valanga di conseguenze distruttive scaturite proprio da frasi, semantemi e vocaboli usati per il mestiere (di vivere). Ma il mio cuore batte soprattutto per The Noise, meravigliosa graphic novel scritta e sceneggiata da Pietro per le illustrazioni shock di Nicola Genzianella, dove un suono intollerabile e misterioso inizia a tormentare l’udito delle persone sino a trasformarle in mostri assettati di sangue. Adrenalinica variante in chiave Walking Dead, ancora una volta ambientata in America (segno di una più che giustificata vocazione internazionale della letteratura di Pietro), la storia ci propone passaggi di grande presa emotiva con una sapiente gestione globale dell’Apocalisse su vasta scala yankee. Attendo con ansia il seguito…