Al ponte, al ponte [Controvento]

Ponte Meier 1di Ettore Grassano

 

 

Avete presente la favola ‘Al lupo, al lupo’, no? E’ attribuita a Fedro, e ne esistono diverse versioni. Ma la sostanza è sempre quella dell’infondato allarme: per cui poi al momento ‘topico’, dell’emergenza vera, nessuno più ci crede, e il lupo fa un sol boccone di tutte le pecore.

Sostituite allarme con apertura, e ditemi se non avete pensato anche voi la stessa cosa, leggendo nei giorni scorsi che entro fine settembre il nuovo ponte Cittadella, o Meier, o Calvo o come lo si vorrà chiamare, sarà completato. Seguirà festa popolare, e forse ricchi premi e cotillons.

Speriamo naturalmente che questa sia davvero la volta buona, anche se non è detto. In ogni caso, la ‘comunicazione del ponte’ in questi anni è stata gestita, ne converrete, in maniera quanto meno goffa.

Discutibile, prima di tutto, l’idea di fondo: può un capoluogo di provincia dare l’impressione che il proprio rilancio economico, turistico e culturale passerà attraverso un nuovo ponte, per quanto bellissimo, straordinario, meraviglioso? Ma no che non può, si sfiora il ridicolo, dai.

Ammesso che il Meier sia un manufatto di qualità assoluta (con quel che è Ponte Meier 2costato, e il tempo che ci stanno mettendo a completarlo, non sarebbe accettabile il contrario), e che davvero sia aperto al traffico pedonale e veicolare entro fine anno (stiamo larghi, dai: gli inconvenienti dell’ultima ora sono i più fastidiosi), non è che la vita degli alessandrini cambierà un gran che per questo.

Sul fronte viabilità, mi è stato fatto notare nei giorni scorsi, in fondo Tiziano e ponte degli Orti non è che siano mai particolarmente sotto stress, per cui ben venga una soluzione intermedia, ma non siamo mai stati in emergenza. Mentre, attenzione, potremmo esserlo presto sul fronte ponte Bormida: uno solo, e palesemente inadeguato dal punto di vista strutturale e della sicurezza.

Dal punto di vista del rilancio del lungo Tanaro sul fronte turistico ricettivo (Cittadella compresa), incrociamo le dita, ma non mi pare che il Meier possa attrarre ad Alessandria folle oceaniche, specie se attorno c’è poco altro da offrire.

Cittadella nuovaSe poi il nuovo ponte lo consideriamo soprattutto come il trait d’union tra Alessandria e la ‘sua’ Cittadella, beh quello della Fortezza e del suo recupero è un libro davvero ancora tutto da scrivere. Provate a chiedere in giro: non pochi alessandrini (un po’ confusi dalla propaganda) sono convinti che Palazzo Rosso abbia in cassa 34 milioni per far rifiorire quella splendida struttura che va a pezzi, ma le cose non stanno propriamente così. E peraltro sull’utilizzo dei fondi che invece c’erano davvero, quelli del Pisu, gli alessandrini fanno le smorfie se gliene parli: si poteva fare di meglio, diciamo così.

Tralasciamo naturalmente le vicende piste ciclabili con pali della lucePista ciclabile incorporati e scalini anti-disabili: non perchè tema secondario, ma perchè l’ancora insufficiente livello di attenzione nei confronti della disabilità (nonostante gli encomiabili sforzi della disability manager del comune di Alessandria, Paola Testa) merita riflessioni ad hoc, che faremo presto.

Al ponte, al ponte dunque: che sarà finalmente completato a settembre, e pronto per la quarta o quinta nuova apertura. Quella definitiva. Forse.