Maria Elena parla all’apparato: Alessandria è altrove [Controvento]

Boschi piazza duomodi Ettore Grassano

 

La classe operaia certamente non c’era, venerdì sera in piazza Duomo ad Alessandria, ad accogliere il Ministro Boschi e ad ascoltare le ragioni del Sì per il referendum del prossimo autunno. A ben guardare, non c’era neppure la classe dirigente alessandrina, ammesso che ancora esista. C’erano invece circa 200-250 persone di quello che un tempo si sarebbe definito ‘l’apparato’: ossia gente che di politica o attorno alla stessa ci campa, ci ha campato, o magari ci vorrebbe campare.

Imponente lo schieramento di Forze dell’Ordine, ma neanche un’ombra di contestazione organizzata. Semmai diversi esponenti del No che si aggiravano col ghigno amaro sulle labbra, salutandosi con cenni complici, sul rassegnato andante: più ad maiora che adelante companeros, insomma.

Maria Elena Boschi è incantevole: bellissima anche dal vivo, nel suo completino Boschi Maria Elena 2nero e pesca. Non ha però propriamente l’eloquio e la grinta della capopopolo. Niente Nilde Iotti o Tina Anselmi insomma: preceduta dagli interventi dei padroni di casa Borioli (sempre impeccabile per capacità di sintesi, “i principi fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza non sono modificati da questa riforma”), Scarsi e Rossa, la Ministra non morde, non infiamma la platea, non coinvolge. Fa il suo, ma al minimo sindacale: e del resto nessuno era in piazza del Duomo, venerdì sera, per acquisire informazioni di dettaglio sulla riforma costituzionale. Chi c’era per farsi vedere, chi per vedere chi c’era.

Boschi plateaNaturalmente presente al gran completo lo stato maggiore del Partitone: tutti i parlamentari (“mi pare di avere intravisto anche il senatore Fornaro“, chiosa alla fine Borioli dal palco, con un filo di soave perfidia), il consigliere regionale Mimmo Ravetti, il nuovo segretario comunale Coloris e l’ormai ex Massimo Brina, ma anche il suo mitico papà, il senatore Alfio. E poi in ordine sparso assessori, consiglieri comunali, persino qualche Moderato, ormai orfano dell’ex leader maximo Cesare Miraglia. E c’era anche Paolo Filippi, ex presidente della Provincia: in splendida forma, trenta chili in meno e maglia rossa. Almeno qualcosa di rosso, venerdì sera, in piazza Duomo c’era ancora.