Sbagliare fa bene [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Pochi giorni fa mi è stato fatto un grande regalo.
Piccolo agli occhi di tutti.
Ma grande ai miei e certamente a quelli di chi me lo ha donato.
Si tratta di una caricatura che mi ritrae mentre sto suonando.

Come tutte le caricature mette in evidenza i difetti e i caratteri distintivi.
In questo caso ci sono tutti: fronte alta, occhiali anni sessanta, naso molto pronunciato, sorriso e doppio mento con fossetta centrale.
Bravo davvero, Giovanni, tredici anni da vero osservatore.
Ma vorrei ringraziarlo per un altro motivo.
Ha colto – non so fino a che punto inconsapevole – un lato del mio aspetto per cui gli sono grato doppiamente.

caricatura_flex_optGiovanni ha spiccate doti artistiche e musicali, suona strumenti a pizzico quali ukulele e chitarra. Quindi conosce benissimo la posizione del chitarrista.
È la mano destra che pizzica le corde.
Nella caricatura invece l’immagine è speculare.
Strano, vero?
Possibile che dopo tre anni di lezioni abbia commesso un errore del genere?
Possibile che suonando egli stesso abbia disegnato un’immagine rovesciata?

Ho pensato molto e ne ho parlato con lui.
“Giova, perché?”
Non ha saputo darmi una risposta, lui con lo sguardo di chi si affaccia timidamente al mondo degli adulti ma che sa di poter fare grandi cose.

Ho pensato molto e mi sono dato io stesso una risposta.
Di comodo ma una risposta.
Dobbiamo essere sempre una voce fuori dal coro, vivere nelle regole ma senza essere vittima delle regole stesse, cambiare spesso punto di vista rispettando i punti di vista altrui.
Spero che abbia voluto darmi il segnale forte e chiaro per aver compreso come sono fatto, come ho voluto trasmettere le mie conoscenze e sollecitare le coscienze degli studenti.

Se anche non sarà così grazie ugualmente, Giova, per avermi dato l’illusione che non sia inutile credere nel proprio lavoro e farlo con passione.
Del resto sbagliare non è necessariamente sbagliato.