Il silenzio dei deficienti [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

È vero.
Talvolta è preferibile restare in silenzio perché in quel modo si lascia l’altro nel dubbio piuttosto che fornirgli certezza proferendo verbo.

Ho molto apprezzato il silenzio di conoscenti che in queste settimane hanno con coraggio prestato il nome e il volto alle liste elettorali di questo o quello schieramento.
Lo considero un atto di buongusto che differenzia i buoni propositi dalle cattive intenzioni.
Ho pensato dunque che il mondo della politica locale sta cambiando ed è certamente migliore di quello nazionale ed internazionale.

Questa notte mi sono ritrovato a sfogliare i numerosi santini che giacciono da tempo sul mio comodino.
Ho guardato quei volti stanchi ed emaciati e mi è sorto un dubbio: e se stessero in silenzio poiché non hanno nulla da dire?
Panico!

deficienti_flexSanto cielo, come posso dunque discernere quali siano i buoni propositi e quali le cattive intenzioni?
Che poi cattive non si può nemmeno dire. Diciamo parzialmente buone nel senso che lo sono solo per qualcuno, per una ristretta cerchia.
Mi tranquillizzo.

Passano alcuni minuti e piombo nella pace assoluta.
Non saranno certamente loro, quelli delle fotine, a decidere del nostro futuro. Ci sono altri nell’ombra, anche loro in silenzio, che faranno i giochi.
Ciò mi solleva definitivamente da altre domande a cui non avrei saputo darmi risposta.

Ma nove minuti dopo la mezzanotte un sms da un numero che non ho in memoria: “Volevo chiederti, per cortesia, di inviare ai tuoi contatti whatsapp il presente messaggio: Ti chiedo di votarlo e di farlo votare perché dato il suo impegno e la sua serietà merita il nostro consenso.” Seguono la firma e l’immagine di un ominicchio che ha una storia che in confronto i fantastici quattro sono credibili.
Ma non era meglio tacere?

Cado pure io nel silenzio dei deficienti.
Fino alle prossime elezioni.