La Gazza nella neve di Claude Monet: incanto, magia e superstizione [Very Art]

Monet gazza homedi Cristina Antoni

 

E’ stata una delle opere protagoniste della mostra di maggior successo del 2015: la retrospettiva dedicata a Claude Monet dalla GAM di Torino, forse la più importante organizzata finora in Italia tra quelle dedicate al celebre artista impressionista.

Monet è stato uno dei padri del movimento impressionista neoromantico che a fine ‘800 ha rivoluzionato la storia dell’arte mondiale. Le opere in mostra, quaranta circa, tutte di grande importanza ed impatto visivo, sono state cortesemente concesse in prestito dal Museè d’Orsay di Parigi.

Alla fine degli anni Sessanta del 1800 Monet inizia a dipingere ‘l effetto’, l’impressione, e quindi avverte la necessità di captare la ‘sensazione’ in tutti gli stati transitori, persino fugaci della natura. Egli quindi inizia a misurarsi con il tema del paesaggio sotto la neve.

L’artista ci dona, in questo splendido dipinto, che gia da solo vale la visita alla mostra, ormai purtroppo terminata, l’immagine appena visibile di una gazza appollaiata sopra una staccionata che ricorda un pentagramma musicale. Sole ed ombra costruiscono il dipinto traducendo l’inafferrabile materia semisolida e semiliquida.

La raffigurazione di un angolo di campagna, dove la neve è sempre fresca eMonet 2 particolarmente luminosa, rende possibile la percezione visiva di tonalità particolarmente cariche di luce. La novità e l’audacia della scelta fatta da Monet, tutta volta a rendere la percezione, più che la descrizione, spiega perché la tela fu rifiutata dalla giuria del Salon del 1869.

Claude Monet (1840/1926) dipinge nell’arco della sua carriera artistica circa 140 paesaggi innevati. L’opera in questione, La Gazza nella neve (La Pie), è forse la più amata, anche dallo stessa artista. Si tratta di un dipinto ancora non pienamente impressionista. L’effetto globale è quello di un’atmosfera ovattata, perlacea, luminosa, ma non segmentata dalla luce, o dai rapidi tocchi di colore, come invece avverrà nelle opere successive.

Monet 3L’opera rappresenta un momento di profonda meditazione, è stata dipinta in più sedute en plein air, in Normandia, nella zona di Etretat, quando l’artista aveva 28 anni.
‘La natura sotto la neve dorme il silenzio di un sonno lieve (osservandola tornano in mente le parole del poeta cantautore De André nel brano musicale L’Inverno).’

Ogni elemento che compare nella tela sembra tangibile e sprofondato in una coltre soffice e candida. Monet riesce a rendere percepibile persino l’aria fredda delle prime ore del mattino. Nel contesto dormiente ed inanimato è magistrale l’uso della luce che rende profondità al paesaggio.

La Gazza è l’unico protagonista del dipinto. Come il passero solitario evocato nei versi Monet 4leopardiani il piccolo animale pare interpretare qualcosa di soprannaturale, di spirituale.

La Gazza rappresenta nella simbologia esoterica l’incontro con il mondo degli spiriti. Essa è cugina del corvo, curiosa, intelligente e sfrontata, ha la reputazione di rubare ogni cosa che luccica. Spesso l’apparizione di una gazza in sogno o in un bosco o luogo solitario rappresenta l’opportunità della maturazione attraverso l’uso adeguato dell’intelligenza.

La leggenda vuole che la gazza sia stato l’unico animale a rifiutare l’invito di Noè a salire sull’arca, preferendo restare appollaiata sul tetto. Proprio da ciò ha origine la superstizione che se una gazza si posa sul tetto di una casa, quest’ultima non crollerà mai.
In questo dipinto ci appare una natura fatata ed un mondo antico e nuovo al tempo stesso, carico di significati e simbologie. Osservandolo attentamente pare di respirarne l’aria, udire la musica ed i silenzi, catturare la luce dell’alba e riposare lo sguardo nel candore di un’arte senza tempo e senza eguali.