Futbol e coražon [U Gnacapiöĝ]

Bona Giorgiodi Giorgio Bona

 
Quanti scrittori hanno preso a immagine imprese sportive e pagine di sport straordinarie per fare letteratura. Bisogna dire una grande letteratura.
Penso a uno scrittore come Osvaldo Soriano, centravanti di buone speranze finchè la carriera non gli venne interrotta da un brutto incidente. Soriano divenne un celebre cronista sportivo, ma soprattutto uno dei romanzieri più amati e più acclamati dell’America Latina.

Con lui anche il calcio, questo calcio che è sconvolto da scommesse, da illeciti dall’aspetto torbido e a volte poco pulito, diventa leggenda, e la leggenda letteratura. Anche il portiere mediocre, l’allenatore sconosciuto, l’arbitro con un passato oscuro diventano personaggi e giocano una partita senza fine contro la vita.

Per non parlare di scrittori di casa nostra come il compianto Ugo Riccarelli che nel suo “l’angelo di Coppi” narra delle gesta di un grande giocatore come Jesus Joao Da Costa detto Garrincha e di una squadra come il Grande Torino. E Nando Dalla Chiesa che in “La farfalla granata” narra le gesta calcistiche del grande Gigi Meroni. Storie di personaggi e di club che hanno infiammato le platee e che rimangono pagine straordinarie anche nei libri.

Certo tutte queste pagine ispirate al mondo del calcio, a volte con le sue debolezze e i suoi risvolti negativi, con i suoi campioni e i suoi eroi, servono per capire anche altro, ma sono uno straordinario modo per raccontare la realtà che stiamo vivendo e rappresentare anche un sogno.

Lo sport ha coinvolto anche generi letterari come il noir. Cito su tutti un libro straordinario di Manuel Vasquez Montalban, “Il centravanti è stato assassinato verso sera”, dove il grande scrittore catalano parla della squadra minore della sua città, Barcellona, mettendo in rilievo che anche gli ultimi possono essere i primi e possono far parlare di sé con onore e rispetto.

E allora onore alla squadra della nostra città che oggi ha scritto una Bocalon 3straordinaria pagina di storia. In un calcio come questo, dove prevale la logica del bussiness, in sordina, una squadra di Lega Pro è all’attenzione della cronaca per una straordinaria impresa sportiva.

La storia si colora di grigio. Il grigio non è il colore della passione quando si accende, è il colore che contraddistingue Alessandria e che non veste soltanto i colori di quella maglia tanto amata unica al mondo.

I nostri vecchi ricordano con orgoglio e nostalgia che qui si è scritta una parte di storia del calcio. Ora quell’orgoglio è ancora vivo. Nella Tim Cup o Coppa Italia se preferite restano quattro squadre: Juventus, Milan, Inter e ….. Alessandria.

È la nostra favola che ha rivestito la realtà. Chissà se un giorno qualche grande pagina di letteratura narrerà le gesta di una piccola cenerentola che ha alzato la testa contro i giganti.

Noi ci siamo e speriamo che il sogno continui. Sarebbe bello, la sera del primo marzo, con un Mocca illuminato a festa e uno stadio che grida in coro “Din Don Din Don …. Ti interrompo da San Siro …. Ha segnato Bocalon!”