Mare Nostrum 2: gli alessandrini signori dei mari [Alessandria perduta]

Boccassi 1di Ugo Boccassi

 

Umberto Pugliese: con lui nasce la moderna Marina Italiana

Nato nel 1880, l’alessandrino Umberto Pugliese fu allievo della R. Accademia Navale dal 1893 al ’98, anno in cui venne nominato guardiamarina nel Corpo dello Stato maggiore della Regia Marina. Frequentò poi l’Università Navale di Genova, conseguendo la laurea di ingegnere navale e meccanico, e dopo successivi imbarchi entrò nel Corpo del Genio Navale.
La sua opera intelligente e attiva incominciò a esplicarsi durante la guerra italo-turca. Chiamato al Comitato dei Progetti delle Navi presso il Ministero della Marina, il Pugliese affinò ivi la sua preparazione nel campo tecnico dei progetti […].

Durante la guerra 1915-’18, molte sue idee e studi riflettenti la difesa del naviglio mercantile contro l’insidia sottomarina, furono applicati alla protezione delle carene delle navi contro le esplosioni subacquee.
Il brevetto di questa invenzione, donato allo Stato, porta ancora oggi il suo nome.

Nel 1920 venne decretata al Pugliese la medaglia d’oro di prima classe per i benemeriti dellePugliese Umberto scienze navali.
Tra il 1919 e il ’24 si costruì per la R. Marina, su suo progetto, la nave da carico «Brennero» da 700 tonn. di portata, e un’altra di maggiore tonnellaggio (800 t.), la «Tarvisio», che realizzavano, prime nel mondo, una estesa protezione subacquea del tipo «Pugliese».
Promosso nel ’25 colonnello del Genio Navale, il Pugliese – dopo aver diretto per alcuni mesi il R. Cantiere di Castellamare di Stabia, assunse la carica di direttore delle costruzioni navali nel R. Arsenale della Spezia. E in tutti i campi dell’ingegneria navale ebbe occasione di portare il fattivo contributo della sua alta competenza.

Nel campo tecnico amministrativo seppe creare le condizioni adatte per un lavoro rigidamente economico delle maestranze e delle imprese, specie disciplinando, con innovazione di procedura, il lavoro a cottimo, e migliorando i mezzi di lavoro delle officine. Si svolsero sotto le sue direttive grandi lavori di raddobbo e notevoli trasformazioni di navi, fra cui particolarmente notevole quella del panfilo «Aurora», che su suoi disegni fu radicalmente trasformato da antiquato yacht in una moderna nave presidenziale.

Promosso per meriti eccezionali maggior generale nel gennaio 1931 e chiamato a reggere la carica di direttore generale delle costruzioni navali e meccaniche presso il Ministero della Marina, contribuì alla determinazione delle caratteristiche principali degli incrociatori leggeri.

Ideò poi importanti particolari tecnici, tra cui la razionale concentrazione delle sovrastrutture di comando. In tutte le Marine militari tali sovrastrutture erano distese su vasta zona della nave, con ampie superfici esposte alle offese nemiche. Il generale Pugliese propugnò ed ottenne di raccoglierle e concentrarle in un unico torrione, conseguentemente assai meglio protetto ed organicamente concepito per tutti i servizi di governo, di comando, di direzione del tiro della nave. E citando l’«Emanuele Filiberto», su cui era stato per la prima volta adottato tale «torrione», i più autorevoli tecnici esteri ebbero ad esprimere grande ammirazione per la nostra Marina.

Il generale Pugliese continuò a sviluppare anche gli studi del suo sistema di protezione subacquea già applicato sulle navi tipo «Brennero», così da adeguarlo alle esigenze delle grandi corazzate. Dopo esaurienti prove di esplosione su modelli a grande scala che il Ministro dell’epoca volle fossero fatte per confronto fra i vari tipi di protezione, il tipo Pugliese si appalesò di massima efficacia in confronto degli altri.

Classe DuilioIn base a tali prove, ne veniva decisa l’applicazione sulle navi «Cesare» e «Cavour», di cui era stata stabilita la trasformazione e poi, analogamente, sulle due «Duilio» e «Doria», mentre con ulteriore potenziamento venne esteso alle quattro massime navi di nuova costruzione tipo «Littorio».
Nell’aprile 1934 Umberto Pugliese fu promosso tenente generale e, un anno dopo, generale ispettore del Genio Navale: a capo cioè della gerarchia del suo Corpo.

Intanto, dal dicembre 1934 era assunto all’alta carica di presidente del Comitato Progetti Navi, ove poteva nuovamente dedicare la sua opera alle concezioni ed ideazioni tecniche relative ai piani del nostro naviglio da guerra.

Gli venne subito affidato il progetto delle navi tipo «Littorio», di cui le due prime «Vittorio Veneto» e «Littorio» furono varate nell’estate 1937 (nella cui occasione egli fu insignito di una altissima onorificenza). Le altre due («Impero» e «Roma») erano in impostamento.

Per quanto il segreto che avvolge così imponenti opere della nostra Marina ci impedisca di conoscere i particolari delle concezioni che vi hanno trovato applicazione, è nondimeno notoriamente risaputo in tutti gli ambienti militari e tecnici come tali corazzate rappresentino in ogni campo, e specie nel loro formidabile sistema di protezione contro ogni offesa, quanto di meglio poteva allora realizzarsi.