Nicola: “Amo Alessandria, ma anche l’Australia può essere casa” [Sotto la nebbia]

Tascheri 1di Marco Goglino

Dopo la storia di Giorgia Beltrami, continuiamo sullo stesso tema: “giovani che fanno le valigie”.
Oggi a raccontarci la sua esperienza è Nicola Tascheri, 22 anni, di Alessandria; attualmente a Weerribee South, una città poco distante da Melbourne, in Australia.
Il suo viaggio inizia 7 mesi fa, quando Nicola ha incominciato a perdere la speranza di trovare una soluzione lavorativa qui in città. Una volta finito il liceo, nel 2010, aveva iniziato il corso di laurea magistrale in giurisprudenza, abbandonato, però, dopo pochi mesi: “Quando mi trovai di fronte ai primi esami, mi chiesi se effettivamente ne valesse la pena; non vedevo un futuro per me in quell’ambiente. È molto brutto da dire, ma ho percepito l’università come una perdita di tempo”.

Lasciata l’università ha iniziato a lavorare presso un circolo sportivo diTascheri  2 Alessandria, dove aveva già fatto esperienza in precedenza, dato che Nicola, anche durante il liceo, si era sempre dato da  fare; è in questo periodo che inizia a configurarsi l’idea di andare all’estero, di raggiungere certi suoi cugini lontani in Australia. L’idea c’è, la voglia non manca, sa a cosa va incontro: l’Australia non è proprio dietro l’angolo e questo comporta non vedere amici e parenti per molto tempo…Ma Nicola sceglie comunque questa strada: “Non sarà semplice, ma ci voglio provare”.
L’esperienza Australiana inizia con il “working holiday visa”, il visto che permette di lavorare per un massimo di sei mesi con lo stesso datore di lavoro, allo scopo di finanziare così il viaggio.

Per questi primi sei mesi, Nicola ha lavorato nell’azienda ortofrutticola dei suoi cugini: un’esperienza formativa a suo dire, durante la quale ha cercato di imparare più che poteva sul luogo di lavoro. “Non solo mi sono fatto un’idea di come debba funzionare un’azienda che rifornisce città come Melbourne, ma in questo periodo, sebbene siano solo 7 mesi, mi sento molto cambiato… direi maturato, sotto ogni punto di vista: dall’andare a fare la spesa e dal tenere in ordine il posto che qui chiamo « casa » all’impegnarsi duramente nel lavoro”.

Tascheri 3Ora sta cercando un nuovo impiego, si guarda attorno ma per il futuro non si pone limiti, prende per buono tutto quello che viene. L’idea è quella di fermarsi lì, di costruirsi un futuro in Australia, perché questa nuova realtà l’ha conquistato: “Dove mi porterà questa esperienza non so dirlo ora, valuterò le possibilità che mi si presenteranno e farò in modo di crearne di ulteriori. Qui le occasioni non mancano. Vorrei poi vedere Sidney ed altre città al di fuori della zona di Victoria, che ormai conosco piuttosto bene”.
Nicola si è dovuto abituare ad uno stile di vita totalmente diverso rispetto al nostro. Lì a Weerribee South tutto scorre veloce: la regola del gioco recita “time is money!”. Anche nelle piccole cose, come il pranzo: da buon italiano Tascheri ha l’abitudine di ‘prenderla dolce’, di godersi la cena, mentre qui le persone sembrano cercare di mangiare più in fretta possibile per non perdere ulteriore tempo.

“Sebbene mi sia sempre trovato bene in Alessandria, e non mi sia mai andata strettaTascheri 4 (forse soltanto la mentalità di certi alessandrini, dediti solo a ostentare comportamenti che ritengo superficiali e arroganti), mi sono innamorato di Melbourne. Qui c’è sempre qualcosa da fare o da vedere, come i suoi quartieri etnici e il melting pot che si è creato in questa realtà: persone di origini diverse che vivono tutte a stretto contatto senza creare problemi gli uni con gli altri.  Tutto ciò mi ha fatto vedere il mondo da un’altra prospettiva.
Ma chiaramente non dimentico casa, vorrei tornare, anzi, vorrei essere lì in questo momento, dalla mia famiglia e dai miei amici…ma sinceramente non mi va di pagare per decenni di errori fatti da una classe dirigente che non ha saputo garantire un futuro ai propri figli”.