Da Capriata a Montaldeo…di castello in castello!

capriata_panoramadi Fabrizio Capra

Il nuovo appuntamento con GiroVagando ci porta nell’Ovadese e il primo paese che incontriamo è

CAPRIATA D’ORBA

comune dell’Alto Monferrato che si trova adagiato su di una collina circondata da vigneti e affacciata sopra la Valle dell’Orba, nominato per la prima volta in un atto di vendita del 973.

L’abitato è dominato dai resti del CASTELVECCHIO. Sono ancora visibili parte delle mura che circondavano il borgo e dei bastioni. Gli imponenti e visibili ruderi della torre del “Castel Vecchio”, sono i resti di una fortificazione già esistente in epoca altomedievale, anzi, con ogni probabilità, la fortificazione ha preceduto, in questo caso il centro abitato. Del castello rimane comunque poco, a parte alcuni informi tratti di muraglia, la torre (anticamente mastio), alta e quadrata, massiccia anche come spessore di muraglie che restringono di molto la canna, secondo una tipologia tutt’altro che frequente nella zona. Oggi in precarie condizione di conservazione. rimane tuttavia un resto imponente, solo da poco di proprietà comunale.

Sotto la torre esiste ancora la casa dei Norcia che nel 1923 ospitò Gabriele D’Annunzio e una piccola iscrizione marmorea ne ricorda l’avvenimento.
Sulla Circonvallazione e sulla Piazzetta possiamo vedere alcuni tratti di vecchie mura di cinta.

Proseguiamo la visita con la CHIESA PARROCCHIALE S. PIETRO e PAOLO ecapriata_muro alla MADONNA del ROSARIO, antica costruzione romanica, con tre navate e la facciata a disegno toscano. Il primo documento è del 1200 e da allora numerosi rifacimenti l’hanno portata allo stato attuale. All’interno troviamo un bellissimo altare con quattro colonne tortili in marmo africano nero lucido dedicato alla Beata Vergine Assunta e poi alla Madonna del Rosario con la sua statua lignea che sfila in processione. Altra statua equestre lignea è dedicata a S.Bovo e una recente al santo patrono S.Pietro, un bellissimo crocione di chiara fattezza ligure. Sopra la porta del campanile si può ammirare il grande quadro del pittore genovese Luca Cambiaso oltre a quadri seicenteschi di scuola genovese sulle pareti del coro. La sacrestia è arredata con armadi in stile barocco realizzati in noce, opera dell’artigianato piemontese e conserva calici e pisside dell’orafo e incisore genovese Torretta. Il campanile ha forma ottagonale, alto 41,50 metri ed è dotato di cinque campane.

Nelle vicinanze della piazza si trova la CHIESA di SAN GIOVANNI BATTISTA, restaurata nel 1929, una costruzione che faceva parte del vecchio ospedale e ora sede di un Circolo Cattolico.
Da vedere, a conclusione di un viale alberato, la CHIESETTA di SAN ROCCO sorta probabilmente nel ‘600 a seguito della peste. Conserva una bella statua lignea.

Sotto le vecchie mura, la medievale CAPPELLETTA della MADONNETTA, minuscola cappella medievale dedicata alla Madonna delle Grazie.
Interessanti i campanili barocchi con cinque campane delle due confraternite dei disciplinanti, S.Michele e SS. Trinità nell’abitato con le tradizionali cappe rosse e quello dell’Annunziata vicino alla torre con le cappe bianche.

L’ORATORIO di SAN MICHELE è situato in centro paese ed è aggregato alla Confraternita della SS. Trinità, dalla tradizionale cappa rossa: si presenta con una facciata segnata da quattro paraste, chiusa in alto da un timpano, con planimetria stretta e lunga. Ospita la “Casaccia” di San Michele. L’interno si presenta con volte a botte con riquadri centrali e tondi laterali affrescati da Pietro Ivaldi, detto “il muto”, di Ponzone mentre le decorazioni sono del fratello Tommaso e del pittore Giuseppe Ferraris, opera datata 1863. L’Oratorio conserva una piccola campana del 1544 e diversi quadri seicenteschi, statue e un prezioso organo Agati di Pistoia datato 1839. Infine possiamo ammirare una croce processionale della scuola del Maragliano in legno rosa e rivestita d’argento a sbalzo opera dell’orefice genovese Gio Canepa.

L’ORATORIO di SAN GIUSEPPE, ubicato nei pressi del Castelvecchio, invece, ospita la Confraternita della SS. Annunziata, dalle cappe bianche. Al suo interno custodisce un altare maggiore in marmo opera dello scultore Brugnetti (1765), un coro in noce dei maestri Zaverio e Pulacini (1778), un organo Bianchi, una croce d’argento di Gio Canepa (1844) oltre a quadri e oggetti più recenti.
In via San Antonio e via San Giovanni si possono vedere case quattrocentesche; in via Tigliano 2 finestre in cotto del 1400; alcuni affreschi, bifore, epigrafi varie disseminate lungo le vecchie strade del paese.

Altre costruzioni ecclesiastiche sorgono a Pratalborato, alla Giora (Mater magistra), al Barcanello e un monastero dei frati Contemplativi ha trovato dimora nella villa Bricco, la vecchia “casa degli spiriti”, donata dalla marchesa Gavotti.
Nella zona bassa del paese sorge il MULINO già citato nel 1186 e costruito dall’abbazia cistercense di Tiglieto come si può vedere da una logora lapide datata 1701.

silvano orba_castello adornoLasciamo Capriata alla volta di SILVANO D’ORBA

paese situato in prossimità della confluenza del torrente Piota nel fiume Orba.
Le rovine ancora presenti innanzi all’ingresso dell’attuale cimitero testimoniano che il paese di Silvano d’Orba è stato fondato in epoca romana. Si pensa quindi che tali rovine, dette TORRAZZE, siano parte integrante del castrum della mitica città di Rondinaria (detta anche “città dell’oro”), fondata proprio alla confluenza del Piota e dell’Orba, ed in cui gli schiavi romani risalivano le rive dei due corsi d’acqua alla ricerca dell’oro presente nelle loro sabbie. Ricordiamo che Rondinaria è contemplata nella Tavola Peutingeriana.

L’abitato di Silvano d’Orba è dominato dall’imponente CASTELLO ADORNO (1492), l’edificio più importante del paese costruzione dall’aspetto militare medievale, con quattro torri massicce, non perfettamente uguali, a pianta quadrata, con una facciata ad angolo ottuso ed il coronamento tutto intorno di una merlatura sporgente sulla parete sostenuta da una serie di archetti. Verso Mezzogiorno, poi, si trova la facciata migliore del complesso perché più regolare nella sua simmetria, e sulla quale si affaccia il piano nobile situato al secondo piano; qui, una coppia di archi rinascimentali inserisce una nota di leggiadrìa nell’architettura ancora decisamente medioevale del complesso, austeramente militare, che comunque lasciava, e lascia intendere ancora oggi, quanto grande fosse la ricchezza dei suoi padroni. Questo castello, oggi abitazione privata, purtroppo non è visitabile al suo interno, ma anche da lontano se ne può ammirare l’imponenza degli esterni.
Poco lontano si possono vedere i ruderi di un torrione, tutto ciò che resta di un altro castello, il CASTELLO ZUCCA, distrutto nel 1446, ma già citato in documenti del 1182.

La visita prosegue con la PARROCCHIALE di SAN PIETRO situata ai piedi del castello, originaria del XV secolo, ma rimaneggiata nel XVII, divenne chiesa parrocchiale per volontà degli stessi Adorno. La sua forma è a croce latina e si presenta ad una sola navata; notevoli l’altare maggiore e la balaustra del presbiterio in marmo fine a vari colori. Alle estremità trasversali troviamo gli altari della Immacolata e quello di San Giuseppe, con la statua in stucco del santo a grandezza naturale. Ai lati della navata vi sono le cappelle della Vergine del S. Rosario, di San Biagio, di San Nicola e del Suffragio con relativi quadri.  All’ingresso della chiesa, sopra alla porta sta un grandioso organo con cantoria ricca di intagli e dorature.

Passiamo alla CHIESA-ORATORIO di SAN SEBASTIANO, di cui non sisilvano orba_chiesa san sebastiano conosce l’epoca di fondazione, inizialmente era a due navate a cui se ne aggiunse una terza. Ospita un dipinto secentesco, “Apparizione della Vergine e della Trinità ai santi Cosma e Damiano” di Giovanni Andrea Casella (1660).
L’antichissimo ORATORIO di SAN ROCCO risale al XVI secolo ospita affreschi di rilievo storico e artistico.

Una visita merita anche il SANTUARIO di SAN PANCRAZIO situato su una collina al di sopra del paese in ottima posizione panoramica a cui si accede salendo per una strada che passa sotto i ruderi maestosi dell’antico Castello Zucca. Era in origine un piccolo oratorio come si può notare dalla sua porta primitiva formata da grosse pietre con arco a tutto sesto ora murata. Altre aggiunte furono fatte nel 1795, come indica una iscrizione incisa sull’architrave di una porta, anch’essa murata.

La CAPPELLA dei SETTEVENTI dedicata alla Madonna delle Grazie. In un primo tempo esisteva soltanto un’edicola. Nel 1944 gli abitanti della zona contribuirono finanziariamente al suo ampliamento trasformandola in cappella.

silvano orba_santuario san pancrazioA circa due chilometri dal paese troviamo la CHIESA della FRAZIONE PIEVE dedicata alla SANTA MARIA o MADONNA della NEVE, il più antico luogo di culto del paese conosciuto con il nome di Santa Maria in Praelio. La tradizione vuole che essa sia stata costruita nel VI secolo e che sia servita da parrocchia non solo alla popolazione di Silvano, ma anche a quella di altri villaggi confinanti.

Eccellenze silvanesi sono due antiche DISTILLERIE che vi hanno sede e che producono grappa con il cosiddetto metodo discontinuo dell’alambicco a bagnomaria alla piemontese. Dal novembre 2004, con l’istituzione da parte dell’Amministrazione Comunale, della De. C.O. (Denominazione Comunale di Origine) la grappa locale, il comune vanta la definizione di Borgo della Grappa.

Silvano d’Orba è sede di un’importante rassegna nazionale ed internazionale, Ai Bravi Burattinai d’Italia, che comprende due cicli di spettacoli: una manifestazione estiva con spettacoli e premiazioni dei burattinai italiani ed una fase autunnale dove agli spettacoli si affiancano seminari di studio per diffondere l’arte del teatro dei burattini.

Ci addentriamo tra le colline ovadesi per raggiungere CASTELLETTO D’ORBAcastelletto orba_castello

paese situato su una zona collinare sul margine destro della piana alluvionale del fiume Orba, dove sorgeva probabilmente una fortificazione romana.
Il CASTELLO, imponente, domina l’abitato e la sua fondazione risale, forse, all’anno Mille mentre l’attuale costruzione risale al XIII secolo. Si tratta di una costruzione quadrangolare quattrocentesca, con numerosi elementi del gotico piemontese, tra cui le bifore con colonnine e gli archi di marmo sormontate dai caratteristici “occhi di bue” e da una coronatura di merli ghibellini.

Quindi da vedere l’interessante CHIESA di SANT’INNOCENZO nei pressi del cimitero comunale, che ancora oggi conserva la sua configurazione romanica ed è la più antica chiesa del paese, edificata tra il 314 e il 342 sui resti di un tempio pagano preesistente dedicato alla dea Demetra protettrice degli agricoltori e dei campi. La facciata a capanna presenta un archivolto con motivi vegetali sormontato da una monofora con strombatura. L’interno, a croce latina, privo di abside, conserva le strutture romaniche e cicli pittorici decorati a fresco risalenti al XV e XVI secolo; gli affreschi più antichi sono risalenti al XII secolo e sono individuabili su entrambi le pareti della navata con raffigurazioni di santi. La decorazione della parete destra è completata da un’immagine di Sant’Andrea, Sant’Innocenzo e Santa Caterina d’Alessandria mentre altre pregevoli decorazioni sono il grande polittico al centro del transetto, con San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista, Sant’Innocenzo, San Bernardo e San Sebastiano; sopra il polittico centrale troviamo un’Annunciazione con la figura del Pantocrator e una Crocifissione che presenta l’unico particolare paesaggistico affrescato della chiesa: una cinta muraria caratterizzata da merlature ghibelline e bastioni che indicano la città di Gerusalemme.

castelletto orba_torre buzziNella parte alta del centro storico si erge la TORRE BUZZI costruita in stile tardo gotico, agli inizi del ‘900, nel luogo dove alcuni storici ipotizzano fosse situato il primo castello di origine Obertenga, fatto poi abbattere nel XVI secolo.

Da vedere alcune chiese del paese.
La  CHIESA SAN ANTONIO risalente al XIV  secolo con probabile restauri nel corso del XIX  secolo e con affreschi risalenti alla ristrutturazione opera mirabile del maestro Gambini.
La CHIESA SAN LORENZO, seconda per età, di origine medievale, risultato della trasformazione di una piccola chiesa romanica, totalmente ricostruita nel corso del ‘700. L’impianto della chiesa è barocco a tre navate; conserva le urne dei Martiri Faustino e Teodora trasportate da Roma nel XVIII secolo. All’interno è presente una statua raffigurante la Madonna del rosario di pregevole fattura (scuola del Maragliano).

La CHIESA SAN ROCCO, sulla strada per le fonti, è datata, secondo quantocastelletto orba_chiesa san antonio riportato sul portale, 1630 ma è di probabile datazione antecedente, tesi supportata da raffigurazione murale del santo risalente al XIV secolo. Al suo interno si può notare un’altare policromo in legno risalente al XV secolo con un quadro con la raffigurazione di San Rocco, invocato contro il pericolo di peste. La torre campanaria fu aggiunta alla fine dell’800.

Poco distante dalla chiesa di San Rocco è situata l’ABSIDIOLA di SANTA LIMBANIA, protettrice dei mulattieri, che custodisce affreschi del XVI secolo. Sono da vedere anche la PORTA DELLA BERLINA con castello sullo sfondo e la CASA DEL MARCHESE, residenza estiva del Marchese del Monferrato risalente al XII secolo che si affaccia sulla probabile porta denominata “Porta dell’Olmo”, probabile guado sul torrente Albara.
Le frazioni di Castelletto d’Orba ospitano alcune chiese interessanti.
La CHIESA di SAN FRANCESCO d’ASSISI è la terza Parrocchiale ed è situata nella frazione Crebini- Cazzuli; la prima pietra venne posata nel 1924 ed aperta al culto il 13 settembre 1925. All’interno è conservata la tomba dell’Arcivescovo Mons. Andrea Cassulo, sormontata da una riproduzione della Pietà di Michelangelo. Nel 1949 si decise di ampliare l’edificio, dato il crescente numero di fedeli: si alzò il soffitto, vennero decorate le finestre, la facciata modificata con timpano in stile toscano.

In località Passaronda troviamo, presso la cascina Gallina la CAPPELLA di SANT’ANNA al cui interno è conservata una tela raffigurante la Santa e una statua che la rappresenta insieme alla piccola Maria.

La CHIESA di MARIA AUSILIATRICE è situata nella frazione Bozzolina; l’interno ospita la teca in cui è custodita la statua della Vergine, mentre lungo tutte le pareti e nel catino absidale sono collocati quadri che raffigurano le scene della passione, morte e resurrezione di Cristo.

Tra le altre chiese ricordiamo la CHIESETTA di S. MARIA DELLE GRAZIE, situata in località Passaronda; nella frazione Crebini-Cazzuli, la piccola CAPPELLA della MADONNA della NOCE, dove un tempo sorgeva un albero di noci e l’ORATORIO di SANTO STEFANO: la tradizione racconta essere stata una delle prime chiese di Castelletto poiché nel terreno intorno all’edificio venivano seppelliti i defunti.

Al bivio per Silvano e Sant’Agata troviamo la CHIESA della MADONNINA. Ancora sulla strada che conduce a Capriata d’Orba la CHIESETTA di SANT’AGATA, mentre lungo la strada che porta a Montaldeo troviamo la CHIESETTA di SAN BERNARDO. Citiamo, inoltre, la CHIESETTA di SANTA CATERINA, situata sul “Bricco” omonimo che fronteggia il paese da ovest, con affreschi del XVII secolo
Castelletto d’Orba è nota anche per le sue numerose fonti e sorgenti.

FONTE DELLO ZOLFO: la fonte dello zolfo sgorga sulla destra del Rio Arbarola, una cinquantina di metri a monte della confluenza nel Rio Arbara, in località San Rocco. Fuoriesce da rocce arenacee della formazione di Serravalle, ricoperte da una costruzione in cemento da cui sporge un tubicino metallico di emissione. Una lapide in marmo ricorda che essa è di proprietà Tacchino, ma i castellettesi hanno diritto di fruizione, in ottemperanza ad una antica consuetudine e ad un atto formale del 1943. Essa è una delle più antiche sorgenti minerali di Castelletto, ben nota ed apprezzata dalle popolazioni locali fino a tempi recentissimi, il getto è attualmente molto modesto e discontinuo, con caratteristiche solforose appena accennate.

SORGENTE CANNONE: è  probabilmente la più antica fonte di acque pubbliche di Castelletto. Sgorga da rocce arenacee ai piedi della collina posta di fronte al castello, dalla parte opposta del Rio Arbara, fuori dalle antiche mura e dalla porta detta dell’Olmo, ma la zona di fuoriuscita è oggi completamente coperta da fabbricati privati. Attualmente fuoriesce ad una ventina di metri di distanza, in una fontanella all’interno del lavatoio coperto costruito neI 1879 in sinistra orografica dell’Arbara, presso il ponticello medioevale. L’acqua è limpida e fresca, di sapore gradevole. La portata è variabile, forse anche a causa delle opere di presa. Nell’estate deI 1975, in occasione del rifacimento della vasca di raccolta, è stata misurata una portata di 36 litri al minuto nella zona di fuoriuscita, misure eseguite in seguito alla fon tana hanno rilevato portate variabili da 19 a 21 litri al minuto.

castelletto orba_sorgente lavagelloSORGENTE LAVAGELLO: è  una delle più note ed antiche sorgenti minerali di Castelletto. Sgorga da sedimenti marnosi della Formulazione gessoso-solfifera sulla destra orografica del Torrente Arbara, alle spalle del complesso turistico del Lavagello. Fuoriesce abbondantemente dalle opere di presa e confluisce nel torrente. Misure eseguite nel marzo 1986 hanno evidenziato una portata complessiva di 13 litri al minuto, così come quelle eseguite ai primi di maggio dello stesso anno.
Viene convogliata, quando la pompa è in funzione, nel vicino stabilimento delle Terme di Lavagello, ove non viene però utilizzata, ma liberata all’esterno in una fontanella di libera fruizione assieme ad altre acque della concessione (Aurora e San Rocco). In passato è stata imbottigliata, ma le sue caratteristiche solforose non ne consentono l’uso come acqua da tavola.

SORGENTE SANTA LIMBIANA: nelle immediate vicinanze del pozzo S.Rocco si hanno altre tre venute spontanee, alcune delle quali sono state captate e condotte ad una pubblica fontanella costruita presso la chiesa di S.Limbiana.

SORGENTE PUNTA: la sorgente Punta, che prende il nome dalla famiglia già proprietaria del terreno, è l’unica sorgente minerale di proprietà del Comune di Castelletto. Sgorga sulla sinistra del Rio Arbarola, poche diecine di metri a monte della Fonte dello Zolfo, al di là del ponticello stradale che attraversa il corso d’acqua. Una scarpata verticale permette l’affioramento, dall’altra parte del rio, di grosse bancate arena-cee dalle quali evidentemente sgorga. Attualmente fuoriesce da due tubicini inseriti in una caratteristica costruzione in cemento. Ha odore e sapore solforose, ma era considerata “ferruginosa” fino a non molto tempo fa.

SORGENTE SOVRANA: sgorgava sulla sinistra dell’Albedosa, a poca distanza dalle sorgenti precedenti. Succesivamente è stata incanalata nei pressi dello stabilimento d’imbottigliamento.

Ultima tappa di questo percorso sulle ultime pendici dell’Appennino Ligure nonmontaldeo_castello lontano dalle vallate ovadesi troviamo MONTALDEO,

nominato come Mons. Alpherius in documenti del X secolo. Il paese, circondato da terrazzamenti a vigneto, offre un paesaggio dai vasti orizzonti, che spazia dalla corona delle Alpi alla presenza familiare del Tobbio, soffermandosi sulle ampie colline, popolate di borghi e di cascine. Il borgo e percorso da strade e stradine, che all’uscita dall’abitato si trasformano in sentieri tortuosi, i quali con continui saliscendi, conducono a casolari sparsi o terminano in boschi, prati, vigneti e campi coltivati.

Il panorama del paese, da qualunque parte lo si guardi, è caratterizzato dalla presenza sovrastante del CASTELLO, un’imponente struttura a forma di parallelepipedo che, con la sua mole, pare sproporzionato rispetto alle modeste dimensioni dell’abitato. La tipologia a corpo unico è canonica per le residenze signorili fortificate in certe regioni, come la Valle d’Aosta. Rigidamente parallelepipedo, anzi, quasi cubico, a due piani più quello di ronda (dotato integralmente di apparato a sporgere), sorge su un basamento a sua volta fortificato con garritte e residui di antiche torri, ancora circondato su tre lati dal giardino. La somiglianza, tipologica e formale, con il castello di Verres è impressionante. Alla fabbrica si accede mediante una ripida salita acciottolata, che continua anche oltre l’arco acuto d’accesso, nei pressi del quale si trova il posto di guardia, e da cui si entra nel grande cortile rettangolare. Il primo piano è caratterizzato da un ampio salone, detto “degli stemmi”, fornito di un camino tardo cinquecentesco, nonchè dalla sala del tribunale, in cui veniva esercitata dai feudatari la bassa giustizia . Di particolare suggestione sono i sotterranei, nei quali si conservano le prigioni, a cui si accede attraverso una serie di passaggi labirintici e scalette, ricavate nello spessore dei muri, non mancano i pozzi a trabocchetto e gli strumenti di tortura. Durante i mesi estivi il castello è abitato dall’attuale proprietario, il marchese Clemente Doria, discendente della famiglia, che per secoli ha dominato il paese, il quale, con atto di liberalità, mette a disposizione della Comunita i cortili inferiori e i giardini, per manifestazioni di intrattenimento organizzate dalla Pro Loco.

La PARROCCHIALE di SAN MARTINO è l’unico edificio del paese che si possa rapportare, per le sue dimensioni, al castello. L’interno si presenta in stile neoclassico a navata unica. Sul lato sinistro si apre la cappella di San Giuseppe, una volta separata dalla chiesa, notevole per il marmo rosa dell’altare settecentesco donato dalla famiglia Doria così come l’altare maggiore in marmo ornato dagli stemmi gentilizi della famiglia. Dietro l’altare, nel centro dell’abside, un quadro rappresenta il santo patrono. Da ammirare un Crocefisso settecentesco con i canti in argento sbalzato e, sempre di epoca barocca, una statua lignea della Beata Vergine del Rosario situata sull’altare omonimo. Sulla parete di fondo, ai lati della porta principale, due quadri raffigurano “l’Assunzione della Vergine” e “San Martino e San Carlo”.

All’entrata del paese, su un poggetto, troviamo la CHIESA di SAN MICHELE: l’edificio risale probabilmente al XII secolo. Ha forma a capannina e mette in mostra i molti ampliamenti subiti nel corso dei secoli. Interno a unica navata presenta un altare barocco posto contro la parete piana dell’abside ed è sormontato da un affresco trompe-l’oeil, raffigurante, fra due colonne, una pala con al centro l’Arcangelo Michele che calpesta il demonio, e i santi Rita da Cascia, Antonio e Vincenzo Ferreri. Sulla parete di sinistra della navata si conservano i resti di un affresco risalente presumibilmente alla fine del XV secolo con le figure molto abrase.
Ad alcune centinaia di metri dall’abitato, in direzione Castelletto d’Orba, possiamo visitare la CHIESA di SANTA CATERINA, forma a capannina si presenta a unica navata. È stata edificata nel 1653 nel luogo di una preesistente cappella dedicata alla santa. L’interno è spoglio, sulla parete dell’abside è dipinto un affresco che raffigura l’altare sovrastato da una pala.
Montaldeo ha altri interessanti luoghi di culto.

La CAPPELLA di SAN GOTTARDO, un santo tedesco il cui culto trova difficilmente spiegazione in queste zone.

L’ORATORIO di SAN SEBASTIANO costruito nella seconda metà dell’ottocento: sopra l’altare è dipinta l’immagine del santo, nel catino dell’absidiola San Carlo, San Rocco e San Defendente.

Un’EDICOLA che conserva un affresco della “Madonna in trono con il Bambino in grembo” risalente alla fine del XV secolo.

L’ORATORIO dei BATTUTI con al centro dell’abside l’altare della Vergine con statua collocata tra due colonne tortili.

LEGGENDA O REALTA’: LO SPETTRO DELLA MONACA NEL CASTELLO DI MONTALDEO
Al castello è legata una delle leggende più famose del nostro Monferrato. Si narra che, nelle notti più burrascose dell’estate, quando guizzano i lampi e la tempesta si scatena, o in quelle più lunghe dell’autunno o dell’inverno, quando la pioggia scroscia contro le vecchie mura o la neve, spinta dalla bufera sibilante, turbina attraverso i merli, lassù in alto, sul camminamento di guardia, appariva una figura di donna, sfarzosamente adornata, con una grande cuffia in capo. Lo spettro, sprizzante fiamme e fumo dagli occhi e dalla bocca, fa parecchie volte il giro dei merli con incedere lento e solenne, poi, ad un tratto, la figura si converte in una striscia di luce e si dilegua, lasciando dietro di se un lugubre lamento.
La tradizione ha identificato l’essere diabolico in Suor Costanza Gentile, che fuggì dal monastero di San Leonardo di Genova, nel 1699. La giovane viene riconosciuta e fermata a Voltaggio, ma l’intervento di Clemente Doria, signore di Montaldeo e suo amante segreto, la fece liberare. La storia d’amore, che la legava al nobile genovese e che l’aveva spinta alla fuga, sembrava così concludersi felicemente. Fin qui la storia documentata; narra poi la leggenda: in una sera invernale di tormenta, giungendo inatteso al castello, il marchese, introdottosi per un passaggio segreto, la sorprese fra le braccia di un nuovo amante. L’ira lo acceco ed egli ordino a due corsi della scorta di uccidere la donna e di murarne il cadavere. Poi, incurante della neve che chiudeva i valichi, riparti dal castello per non tornarvi mai più. Morì parecchi anni dopo, carico d’onori, ma lontano dalla patria. Da allora all’anima dannata della monachella lussuriosa, senza requie per il suo peccato mortale, è consentito, solo nelle notti più cupe, di ritornare a piangere la troppo breve e perduta felicità.

Concludiamo con i soliti consigli eno-gastronomici.
Eccellenza del territorio il vino, in particolare il Dolcetto d’Ovada, oltre a Barbera del Monferrato e Cortese dell’Alto Monferrato.
Da non dimenticare la già citata Grappa di Silvano d’Orba.

Principali fonti:
Siti istituzionali dei singoli Comuni
http://www.alessandriaturismopiemonte.it/ (Provincia di Alessandria)
wikipedia
Pro Loco Silvano d’Orba
www.accademiaurbense.it
eventuali siti dei singoli monumenti