Da Melazzo a Merana, girovagando per l’acquese

MELAZZO_CASTELLOdi Fabrizio Capra

Il nostro “girovagare” per la provincia ci porta questa volta nell’acquese, per la precisione nell’appennino piemontese, in un viaggio da Melazzo a Merana.

Il nostro punto di partenza è

MELAZZO

paese situato nella valle dell’Erro, in prossimità della confluenza con il fiume Bormida e il suo nome deriva dall’aggettivo “MELACEUS”, nelle varianti “Melacius”, “Melagius”, “Melaxus”, “Melazius” e con “Melaz”.

La nostra visita non può che partire dal CASTELLO edificato dagli Aquesana e le cui origini sono antecedenti all’anno mille: qui vi nacque nel 1004 San Guido d’Acqui. Si trattava di una antica roccaforte di origine medievale, circondata da alte e possenti mura. L’edificio attuale, circondato da un vasto parco e da imponenti bastioni merlati, conserva ancora parti del Basso rimaneggiate o integrate da restauri in stile neogotico (XIX-XX secolo), ad esempio per quanto riguarda le merlature delle mura. All’interno, una lapide ricorda una tradizione (la cui formulazione tuttavia risale all’Alto Medioevo) secondo la quale, Edoardo II Plantageneto, re d’Inghilterra, dopo essere stato deposto dal figlio, non sarebbe stato ucciso nel castello di Berkeley nel 1327, ma avrebbe trovato rifugio in Italia trascorrendo a Melazzo parte dei suoi ultimi anni.
Il castello è di proprietà privata e fa parte del circuito dei Castelli Aperti del Basso Piemonte (info: 014441113)


Ci spostiamo, quindi, a visitare la rinascimentale CHIESA PARROCCHIALE di SAN BARTOLOMEO, edificata nel centro del paese nel 1757-1759 che conserva decorazioni in stile barocco piemontese e un dipinto attribuito a Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo che rappresenta la Madonna del Rosario. Inoltre si possono ammirare gli affreschi del Muto e un quadro dedicato a San Luigi opera di Rodolfo Morgari. Pregevoli gli arredi lignei in noce massiccio mentre il bancone per le messe solenni e la scala del pulpito, datate secondo ottocento, sono opera dello scultore melazzese Angelo Bergolino. La Chiesa custodisce le spoglie di alcuni autorevoli esponenti del casato Scati-Grimaldi , insigne anche per  la speciale protezione e benevolenza mostrata  verso il paese.

Adiacente alla parrocchiale l’ORATORIO di SAN PIETRO MARTIRE, risalente al XV-XVI secolo, si presenta  a navata unica, ampia e  ben illuminata da  finestrature laterali, contiene un pregevole schienale in perfetto barocco piemontese di fine ‘700, altri interessanti arredi barocchi, una statua del Santo opera dello scultore genovese Drago, il crocefisso restaurato negli anni trenta e due quadri del pittore Garelli, di fine ottocento.
Nei pressi del paese sorge la VILLA DEL QUARTINO (XVII-XVIII secolo) costruita dalla famiglia Scati, cui appartenne Costanza Scati, dama di compagnia della regina Maria Adelaide di Savoia, circondata da un parco secolare, ristrutturata dopo anni di semi abbandono è stata trasformata in un b&b, sporting club, ristorante, centro benessere.
Sulla opposta sponda dell’Erro, in cima al colle di Montecrescente, sorge un fortificazione a pianta ottagonale, con quattro torri angolari “a filo”, nota anche con il nome di TINAZZA, per la forma che ricorda quella di un tino capovolto. Eretta nel XIV secolo, sorvegliava lo sbocco delle valli della Bormida e dell’Erro. Oggi in stato di abbandono. Sempre in questa frazione di Melazzo è visitabile la CHIESA di SAN DEFENDENTE originaria del XV secolo.

La CHIESA di SAN SECONDO, attualmente isolata tra i campi presso la borgata omonima, in frazione Arzello, è un edificio romanico del XII secolo, è caratterizzata da una navata unica e ampia, illuminata da tre monofore e da una bellissima abside semicircolare in conci di pietra locale. Ai fianchi dell’altare maggiore si possono notare quattro semicolonne con capitelli cubici che separavano il presbiterio dalle cappelle.
Sul territorio di Melazzo si possono trovare anche la CHIESA dell’ANNUNZIATA eretta nel 1783 e la CHIESA di SAN FELICE.

Proseguendo sulla strada che porta verso il mare incontriamo

CARTOSIO

da molti identificata come la leggendaria Carystum, posta sulla strada che portava daCARTOSIO_VISTA SUL PAESE Sassello ad Acqui, ma i primi insediamenti risalgono almeno al Neolitico, visto che alcuni ritrovamenti nelle aree limitrofe ci riconducono al Paleolitico Medio.

Simbolo del paese è la TORRE MEDIEVALE che sorge al centro della piazza principale ed edificata tra il XII e il XIII secolo. La torre è stata costruita con l’arenaria locale cementata con conci. È alta 22,4 metri e ha una pianta rettangolare che si restringe fino all’inizio della verticale posta a 4,3 metri dal suolo: i lati alla base misurano 10,0 e 8,2 metri e si accorciano a 9,6 e 7,8 metri. In origine la torre raggiungeva i 25 metri di altezza perché presentava un parapetto merlato, distrutto il 2 dicembre 1296 dalle milizie Astigiane. È formata da sette piani di un unico vano: il primo (interrato per quattro metri), il secondo, il quarto e settimo sono a volta e gli altri tre piani erano coperti da un tavolato in legno, asportabile, ora demolito. I piani non erano collegati tramite una scala girante attorno al muro, ma con botole quadrilatere poste agli angoli nord-ovest e sud-est. Il primo piano era adibito a cisterna ed alimentato da acqua sorgiva ancora oggi attiva, il secondo era una prigione, il quarto era un magazzino delle scorte alimentari, il quinto era destinato a cucina e mensa, il sesto era un dormitorio mentre il settimo serviva per l’avvistamento e da qui si poteva raggiungere una terrazza per la vedetta. Particolarità di questa torre, unica nel Monferrato, è la presenza di un’apertura detta “pustella” nella parete esterna ovest a 11,5 metri dal suolo. A questa apertura si accedeva tramite un ponte levatoio che poggiava su un muro del castello limitrofo, originario del XIII-XIV secolo oggi non più esistente e al suo posto sorgono due abitazioni private.

Passiamo quindi a visitare la CHIESA PARROCCHIALE di SANT’ANDREA APOSTOLO, edificata prima del 1600 e modificata più volte nel corso dei secoli. L’altra maggiore è del 1701. La chiesa è divisa in tre navate a volta separate da due file di colonne, è lunga circa 14 metri compreso il presbiterio ed è larga circa 11 metri. Ha un campanile alto circa 35 metri con 6 campane. Attualmente, oltre all’altare maggiore costruito nel 1701, esistono solo più due altari dei cinque originari. L’interno della chiesa è stato in gran parte affrescato da Lorenzo Lajolo (1877-1947) nel primo Novecento. Ai lati dell’altare maggiore si trovano due dei suoi affreschi che rappresentano l’Annunciazione e l’Orazione nell’orto degli ulivi realizzati con la tecnica del fresco secco. Illuminano l’ambiente dieci vetrate istoriate.

Numerose sono le chiese presenti sul territorio del comune di Cartosio:
Chiesa di San Rocco e San Sebastiano: oratorio edificato nel 1694 sede di una confraternita e trasformato in asilo nel 1954.
Chiesa dell’Ascensione di N.S.G.C. del Borgo.
Chiesa della Natività di Maria Vergine: nella Regione di Pallareto.
Chiesa di San Bernardo e San Defendente: nella Borgata di Saquana.
Chiesa di San Rocco: nella Regione di Castellarolo.
Chiesa di San Martino: costruita nel 1636 vicino alla Borgata della Colombara.
Chiesa di Sant’Antonio Abate: edificata nel 1631 nella Borgata della Caliogna.
Chiesa della Beata Vergine Addolorata: costruita nel 1714 nella regione Oltre Erro.
Chiesa di San Pietro Apostolo: nella Regione di Piano.
Chiesa di San Giovanni Battista: edificata attorno al 1923 in quello che era un magazzino donato da un privato per far fede a un voto ed è l’unico luogo di culto nella frazione di Rivere.

A Cartosio sono da vedere anche due pregevoli monumenti.

Il MONUMENTO AL DISASTRO AEREO situato sulla strada che dal paese porta alla Regione di Pallareto e dedicato ai caduti di un incidente aereo avvenuto in quel luogo la mattina del 7 dicembre 1940. In quel giorno un Savoia-Marchetti S.M.79 precipitò a causa di un’avaria al motore oppure per le cattive condizioni meteorologiche causando la morte del Generale Pietro Pintor, capo della Commissione Italiana d’Armistizio con la Francia (CIAF), e dei suoi sei subordinati: Aldo Pellegrini, Attilio Corti, Cesare Quinto, Giuseppe Cadel, Ettore Alberi, Paolo Cinti. Il monumento si compone di una base a gradoni semicircolare sulla quale è posto un cumulo di pietre bianche che sorregge una lapide di marmo e un’elica spezzata dell’aereo.

L’altro è il MONUMENTO AI CADUTI della prima e seconda guerra mondiale che si trova vicino alla torre ed è composto da due lastre in marmo su cui sono scritti i vari nomi. Venne inaugurato il 19 settembre 1920 e consisteva solamente della lastra dedicata ai morti nella Grande Guerra attaccata al lato sud della torre ad un’altezza di circa due metri dal suolo. Negli anni seguenti fu scavata una fontanella e fu costruito un giardinetto al di sotto di essa. Durante il restauro della torre, avvenuto nei primi anni novanta, le lastre furono spostate nel luogo attuale e poste su un nuovo basamento con una fontanina nel centro.

Ci lasciamo alle spalle Cartosio e incontriamo

MALVICINO

MALVICINO_PARROCCHIALEla cui notizia più attendibile e antica risale al 1179 quando nel “privilegio” di Papa Alessandro III del monastero di San Quintino di Spigno viene citata l’antica Parrocchiale di San Michele.
Malvicino, a dispetto del nome poco invitante, è un gioiello di paese, una borgata di poche case antiche.


Sono da visitare la PARROCCHIALE di SAN MICHELE splendidamente restaurata e le cui prime notizie sulla sua esistenza risalgono al 1577 è di dimensioni ridotte e dalla semplice decorazione. Riprende una tipologia a tre navate divise da colonne di pietra molto frequente nella zona.
Il CAMPANILE, già torre di vedetta, è un piccolo gioiello di architettura rustica locale.
L’ORATORIO dei DISCIPLINATI di SANT’ANTONIO rappresenta, invece, il più antico luogo di culto costruito in epoca tardo medioevale e annesso al nuovo borgo di Malvicino, sorto a monte rispetto al primitivo insediamento della Pieve di San Michele e forse legato ad un nucleo fortificato.

La CHIESA CAMPESTRE di SAN ROCCO risalente almeno a metà 1600.MALVICINO_PIEVE SAN MICHELE
La PIEVE di SAN MICHELE è un’antichissima chiesetta romanica, le prime notizie sulla sua esistenza risalgono al 1179 e sorge in una radura sulla strada che conduce a Montechiaro in località Prazzini. Si presenta ad aula unica con abside semicircolare, tetto a capanna, murature in pietra e sasso a vista e rivolta verso oriente. All’interno troviamo capriate in legno ed è  illuminata da una monofora a doppio strombo di forma rettangolare. Sono presenti dei frammenti di un affresco tardo quattrocentesco raffigurante il Giudizio Universale: sulla parete di destra (guardando dalla navata) troviamo la rappresentazione delle anime dei dannati, abbrancati violentemente e divorati dal demonio e sulla parete di sinistra si intravedono alcune anime di beati che ascendono al cielo.

Raggiungiamo quindi

PARETO

PARETO_PARROCCHIALE SAN PIETROcomune al confine con la provincia di Savona, al termine della cosiddetta “Via dei Calanchi”, immerso nella natura e circondato da un panorama incantevole; nelle giornate serene o al tramonto si gode forse una delle più belle viste sulle vicine Langhe, sulle boschive alture dei pre-appenini savonesi e, lontano, sulla catena del Monviso. Sull’origine del nome “Pareto” si fanno due ipotesi: dal verbo latino “pareo”, cioè appare, si può vedere da lontano oppure da “pereto”, luogo dove crescono facilmente i peri, in ogni caso il nome compare per la prima volta nel 991.
A
gli ingressi del nucleo più antico (o Ricetto) del paese sono posti due archi dove erano anticamente le porte d’ingresso: uno ad est ed uno ad ovest. Su quello ad est è situato un prolungamento del sagrato della 
Chiesa parrocchiale; l’arco ad ovest, più basso e più stretto del precedente, è situato sotto una costruzione che è un prolungamento del Castello.

La nostra visita a Pareto parte dalla seicentesca CHIESA PARROCCHIALE di SANPARETO__PARROCCHIALE NAVATA CENTRALE PIETRO che nel corso del ‘700 ha subito notevoli alterazioni. Sono tuttavia del Cinquecento le belle colonne tuscaniche all’interno e il portale del fianco destro. Il pulpito ligneo è della prima metà del Seicento. Da vedere, a fianco della parrocchiale, il Seicentesco ORATORIO in stile barocco che nel secondo dopoguerra fu trasformato in cinema-teatro.

Invece il CASTELLO è stato trasformato in residenza privata, nei cui sotterranei una leggenda locale narra la presenza di un misterioso vitello d’oro.

Da visitare la CAPPELLA di SAN MARTINO, piccolo edificio religioso situato poco fuori dall’abitato sulla strada di collegamento con Mioglia: la cappella si presenta a navata unica con volta a botte a sesto ribassato ed è priva di campanile. All’interno vi è un solo altare in pietra e calce dipinta. Sulla parete di fondo sopravvive in parte una pittura raffigurante la Vergine con il Bambino. Nella zona (considerata luogo di passaggio del santo), esisteva sin da epoca remota una chiesetta dedicata a San Martino. Essa fu a lungo contesa tra gli abitanti di Mioglia e Pareto per ragioni di confine. Abbandonata e divenuta luogo di rifugio di briganti, fu demolita nel settembre 1770.

Da non perdere la CAPPELLA di SANTA ROSALIA, situata all’ingresso del paese sulla strada di collegamento con Spigno Monferrato. Si tratta di un piccolo edificio religioso costruito nel 1632 a seguito di un’epidemia di peste. La cappella si presenta a navata unica con volta a botte a sesto ribassato, dotata di piccolo campanile e pronao sull’ingresso. All’interno vi è un solo altare in pietra e calce dipinta con colonne tortili. Anche le pareti e la volta risultano dipinte. Dietro l’altare spicca una tela raffigurante la “Vergine con Bambino e Santa Rosalia”, circondata da cornici di stucchi e colonne tortili. A lato dell’altare si trova una statua lignea della Santa titolare.
Da non dimenticare, per gli appassionati, le bellezze naturali ideali per l’escursionismo e lo studio della flora endemica, popolato da diverse specie di animali. Ai margini del Monte Orsaro, così chiamato perché anticamente su di esso dimorava l’orso, si trova il Prato dei Grilli (un prato circondato dagli alberi) nei pressi del quale esiste un’antica fornace da calce utilizzata fino a circa cinquant’anni fa. Nella Località denominata Monteacuto si può ammirare, incuneato tra due monti lungo il corso del Rio Roboaro, la bellezza selvaggia del “Lago Scuro”, così chiamato per la profondità delle sue acque.

All’ingresso del paese, sulla strada per Mioglia, si può vedere la MADONNA IMMACOLATA, anticamente dedicata alla Madonna del Romitolo.  La sua tipologia costruttiva risalirebbe al XV secolo; è stata largamente trasformata in epoca moderna La parte più interessante è quella absidale, dove si sono conservati vari affreschi di impostazione rinascimentale: al centro della calotta originaria si nota infatti una struttura architettonica destinata ad inquadrare una Madonna col Bambino. Tutt’attorno vari Santi, riconoscibili; in alto, con ogni probabilità, vi erano gli Evangelisti e (forse, in posizione centrale) la Trinità; al di sotto: San Rocco, Sant’Antonio Abate, San Pietro (a sinistra), San Giacomo, San Sebastiano, San Fabiano (a destra). Altri Santi sono in un riquadro sulla parete a destra dell’altare. Si tratta di un complesso pittorico di particolare valore e interesse.

SAN CARLO si in luogo centrale rispetto alle case, raggruppate e sparse, della Sorba, fatta edificare nel 1910 da Carlo Borreani. La chiesetta ha un interno accogliente, con la statua di San Carlo Borromeo, cui è dedicata.

In località Giuliani possiamo visitare la CHIESETTA di SAN GIULIANO, dedicata al vescovo spagnolo. La facciata è di colore bianco; vi è un grande pannello in piastrelle di ceramica a colori raffigurante il Santo. A lato s’innalza il piccolo campanile a base quadrata. L’interno è costituito da una navata sormontata da un’elegante volta a botte ben affrescata, l’altare ha un bel basamento di granito e accanto si eleva la grande statua di San Giuliano.

PARETO_ERRO A MIOGLIOLALa frazione MIOGLIOLA era anticamente costituita da quattro borgate: Miogliola, Frascheto, Garbarini e Bergiavelli. Oggi la maggior parte della popolazione si raccoglie a Miogliola, attorno alla CHIESA PARROCCHIALE dedicata ai SACRI CUORI DI GESU’ E MARIA con all’interno anche la statua del Patrono San Lorenzo, la cui costruzione viene terminata nel 1819.
Ma il cuore storico della frazione è tuttavia la CHIESA di SAN LORENZO, sulla riva sinistra dell’Erro in uno dei pochi punti guadabili per i carri.  Le prime notizie storiche sulla chiesetta risalgono al 1223.  La chiesa è molto suggestiva, posta fra gli alberi, sulle rive del fiume. È a navata unica; nel coretto, dietro l’altare maggiore, vi è un dipinto di San Lorenzo con l’iscrizione che ricorda l’antica chiesa del XIII secolo.

Nella Frazione di Miogliola esiste un antico mulino ad acqua che, se rimesso in funzione, sarebbe ancora in grado di macinare grano e granoturco.
ROBOARO è una bella borgata situata in un pianoro sulla strada che conduce a Malvicino.
Da vedere la PARROCCHIALE di SAN ROCCO. La facciata, risalente alla prima metà ‘700, è ricca di lesene; i capitelli sono in muratura. In direzione di Monteacuto si erge il campanile, unito al muro perimetrale. Gli altari sono dedicati uno al Sacro Cuore e l’altro alla Madonna del Rosario. L’altare centrale è in barocco genovese con smalti policromi. Il coro ligneo dell’800 segue le linee dell’abside. Nella parte presbiterale sono stati riportati alla luce alcuni affreschi del XVI – XVII secolo
Curioso un POZZO a base poligonale in pietra con la porta anteriore sormontata da una finestrella. La cuspide del tetto, realizzato in mattoni disposti a dente di sega, è sormontata da un segnavento con gallo.

Da Pareto ci spostiamo a

SPIGNO MONFERRATO

Il paese si raccoglie attorno al sito fortificato del castello – distrutto dagli Spagnoli nel XVIISPIGNO MONFERRATO_PANORAMA secolo – e della parrocchiale di Sant’Ambrogio e mantiene intatta la curiosa struttura urbanistica a cuneo su una piattaforma rocciosa dominante sul Bormida. Da Spigno passava la romanica “via Aemilia Scauri”, che collegava Aquae Statiellae (Acqui Terme) con Vada Sabatia (Vado Ligure) e sempre qui, nell’Alto Medioevo, venne fondato il principale centro monastico dell’Alto Monferrato, l’abbazia di San Quintino, che si estendeva dalla Liguria alla pianura alessandrina.
Il centro storico di Spigno è uno dei più ricchi e signorili dell’Alto Monferrato. Palazzi nobiliari, portali in arenaria scolpita, logge e ballatoi individuano un vero e proprio percorso della memoria tra strette vie, archivolti, passaggi aerei. Alcune lapidi ricordano il passaggio di grandi personaggi, tra cui papa Pio VII prigioniero di Napoleone.

La visita parte dalla PARROCCHIALE di SANT’AMBROGIO, grande chiesa dalla facciata a bande su stile ligure sorge in suggestivo isolamento al centro di un verde prato già occupato dal primo cimitero del paese, cui si accede tramite un arco cinquecentesco di bella fattura. L’edificio rientra nella tipologia controriformistica: pianta basilicale a tre navate, divise da tozze colonne a rocchi di pietra scanalati, con capitello tuscanico. Del tardo Cinquecento sono pure una pala con Madonna, Bambino e Santi, il battistero e un’acquasantiera, mentre l’arredo ligneo e gli altari di stucco sono di epoca posteriore; l’altare maggiore con elegante balaustra è del 1744, il pulpito di marmo intarsiato del 1750.

SPIGNO MONFERRATO_PONTE DI SAN ROCCOL’ORATORIO dell’ANNUNZIATA (Sec. XIII – XVII) è di forme tardorinascimentali, è stato completamente restaurato all’esterno, mentre all’interno conserva una bella quadreria proveniente dai conventi spignesi soppressi.
I resti del CASTELLO sono visibili vicino al cimitero.
Da non perdere il PONTE MEDIOEVALE di SAN ROCCO (Sec. XV), praticamente intatto nelle forme originali, il ponte duecentesco a schiena d’asino che collegava l’abbazia alla Via Aemilia è interamente in pietra arenaria, sormontato al colmo da due cappelline utilizzate per la riscossione dei pedaggi. Lo scenario suggestivo è stato il fondale di famose scene del film “Il diavolo al Pontelungo”, tratto dall’omonimo romanzo di Bacchelli.

Di forme romanico-borgognone, l’ABBAZIA di SAN QUINTINO, si presenta molto semplice nella struttura esterna a capanna con due spioventi, lesene di facciata e piccola vela campanaria al colmo del timpano, l’abbazia ha perso molto delle strutture originarie. La chiesa, all’interno, è ridotta ad appartamento privato e resta solo una cappella con alcune lapidi romane e rinascimentali, oltre a tracce di affreschi dell’XI secolo, purtroppo non visitabili. Il complesso monastico, oggi casa colonica, ha ancora parte della cripta antica.

Tra le tutte le chiese di Spigno riveste particolare importanza storica ed artistica laSPIGNO MONFERRATO_PONTE SAN ROCCO MADONNA del CASATO, chiesina posta lungo la strada verso Merana che conserva al suo interno importanti affreschi tardogotici del Maestro di Roccaverano (1480 circa).
Spingo è ricco di frazioni importanti, veri e propri paesini autonomi, dotati di parrocchiale, oratorio, cimitero e piccolo nucleo di case in pietra.
MONTALDO presenta una bella serie di edifici sacri di rustico stile barocco e una invidiabile vista sui boschi e sui calanchi tra Monferrato e Appennino.
ROCCHETTA, con i ruderi di una possente fortificazione quasi nascosti tra i calanchi di tufo, è posta sulla strada panoramica che conduce a Serole e alla Langa Astigiana. Attorno alle vestigia dell’antica rocca sono fiorite leggende di streghe e incantesimi.
SQUANETO, al confine con la Liguria, in amena posizione tra prati e i guadi del Valla, conserva nella chiesa una statua in marmo bianco di un anonimo di scuola genovese del XVIII secolo ed erroneamente attribuita a Gian Lorenzo Bernini. La scultura segue l’iconografia canonica della Immacolata Concenzione: la Madonna, con le mani giunte sul petto, in piedi su una nuvola sostenuta da angeli, calpesta il serpente (che simboleggia Satana).
TURPINO è un autentico gioiellino incastonato tra i paesaggi lunari dei calanchi, con una chiesa cinquecentesca dalle colonne di pietra, la vecchia cappella medioevale della MADONNA della NEVE e il PALAZZO SCALETTA con grandi loggiati riparati dai venti dove sostavano le carovane che percorrevano la via del sale, del mare, delle acciughe, crocevia collinare di mercanti, pellegrini e soldati che preferivano la via del crinale rispetto a quella, più comoda ma insicura, del fondovalle.
VICO, al di sotto dello stradone per Ponti, a pochi passi dalla Bormida. È composto da 16 case abitate e alcune disabitate; in mezzo ad esse c’è una piccola cappella dedicata a San Rocco.
Interessanti e piacevoli escursioni sono suggerite da 
I PERCORSI VERDI che la Scuola Media di Spigno Monferrato ha studiato, segnalato e documentato in modo preciso ed efficace. Si tratta di una serie di percorsi caratteristici dell’area geografica che gravita naturalmente intorno al paese.

Concludiamo il nostro percorso a

MERANA

MERANA_PAESAGGIOpaese ubicato a cavallo dell’ultimo tratto piemontese della Strada statale 30 di Val Bormida  a pochi chilometri dall’innesto della stessa, presso il comune di Piana Crixia (SV) con la SS 29 del Colle di Cadibona, già abitato nel Neolitico dai Liguri Statielli
Gli itinerari nel paesaggio collinare di Merana sono unici: camminare sui calanchi, forme di erosione scolpite negli antichi sedimenti marini delle Langhe, alla scoperta dei “muriòn”,misteriosi personaggi di pietra che si susseguono a decine fra le ginestre e il timo. L’evoluzione geologica in queste zone, datata da circa 35 a 5 milioni di anni fa, è legata al Mare Paleo-Adriatico che all’epoca occupava l’odierna Pianura Padana lambendo le coste delle valli piemontesi in un contesto geografico completamente diverso da oggi. Seguendo i segnavia bianchi e rossi, dal centro  di Merana si sale rapidamente incontrando le  marne della Formazione di Rocchetta con i suoi affascinanti calanchi. I sedimenti marnosi cedono successivamente spazio alla Formazione di Monesiglio, costituita da sabbie grossolane gialle o rossastre inglobanti grossi noduli arenacei. Il paesaggio diviene un singolare giardino roccioso da cui spuntano varie forme somiglianti chi a una grossa rana, chi ad una testa di coccodrillo, chi al corpo di una  sfinge. È l’opera dell’erosione selettiva che  risparmiando” i noduli arenacei, più duri delle sabbie che li avvolgono, ha formato delle veree proprie sculture: i cosiddetti “muriòn” termine  dialettale nato dalla fusione di muròn – faccione  e riònd – rotondo. Gli itinerari qui organizzati permettono ai partecipanti di conoscere la storia geologica del  territorio e, sul filo della geologia, toccare la storia, la botanica e la cucina locale.

Da vedere la TORRE TRECENTESCA da cui si ammira uno stupendo panoramaMERANA_LA NATURA sull’Appennino Ligure e le Langhe; la CHIESETTA di SAN FERMO riedificata dopo la distruzione della precedente in epoca napoleonica.
La CHIESA PARROCCHIALE di SAN NICOLAO conserva una splendida Pietà lignea del primo cinquecento attribuita a scultori dei Paesi Bassi.
Notevoli le case in pietra anche del 1600 in località Prinzi, Ghioni e Varaldi.

Ecco alcuni consigli gastronomici.
Nella zona si possono trovare la celeberrima ROBIOLA (Formaggetta), formaggio fresco prodotto con latte caprino, vaccino o misto crudo.
Inoltre si possono degustare: vini, funghi, tartufi, castagne e miele.

 

LA LEGGENDA DELLA CHIESA SAN LORENZO A PARETO
La leggenda narra che verso l’anno 1000 gli abitanti del luogo volevano costruire una cappella ai piedi di una collina per tenere lontano le piene dell’Erro. Avevano già preparato il materiale per la costruzione quando, un mattino, giunti per iniziare i lavori di costruzione, scoprirono che, miracolosamente, tutto il materiale era stato spostato sulla riva sinistra del fiume in un luogo dov’era (ed esiste tuttora) una fonte di acqua zampillante. I materiali furono nuovamente trasportati sul luogo prescelto per edificare la cappella, ma ancora una volta, al mattino, i Miogliolesi trovarono pietre, tavole e ghiaia trasportati sul prato vicino alla fonte. Interpretando questi eventi come volontà del santo innalzarono la chiesa in quel luogo

Principali fonti:

Siti istituzionali dei singoli Comuni
http://www.alessandriaturismopiemonte.it/ (Provincia di Alessandria)
wikipedia
eventuali siti dei singoli monumenti