Giancarlo Cattaneo: “il Pisu vera occasione di rilancio: ma attenti al ponte sulla Bormida…”

Cattaneo GiancarloIl coro tra gli esponenti alessandrini del centro sinistra (ma non solo tra loro) è pressoché unanime: Giancarlo Cattaneo è una vera ‘eminenza grigia’ dell’amministrazione locale, uno dei politici più preparati e competenti ‘su piazza’. I ‘nei’, semmai, stanno altrove: “auguri di buon lavoro”, commentò Cesare Miraglia, coordinatore provinciale dei Moderati, nella recente intervista al nostro magazine, aggiungendo poi però un cenno tutt’altro che tenero agli ultimi 18 mesi di opposizione dell’attuale vicesindaco, ed esponente dell’Italia dei Valori.
Mentre altri ancora rammentano che Cattaneo è sì esponente dell’Idv, ma arriva da una storia tutta democristiana: come ben evidenziato, del resto, dalla foto in bianco e nero che il neo assessore ai Lavori Pubblici (ma anche Patrimonio e Sport) tiene in evidenza nel suo ufficio di direttore della Cassa Edile, dove lo incontriamo: un’immagine dei primissimi anni Novanta, presumibilmente, che ritrae il gruppo più rappresentativo della Democrazia Cristiana dell’epoca. In rigoroso ordine alfabetico: Brusasco, Cattaneo, Fabbio, Livraghi, Zaccone. Cinque ragazzi in gamba, che  strada ne hanno comunque fatta parecchia. “Ma nel 1993 gli alessandrini ci preferirono la Lega”, sorride Cattaneo. E a buon intenditor poche parole…

Dottor Cattaneo, da Mara a Rita, sempre sulla breccia. A volte ritornano, anzi ritornate….
Mi creda, è da un anno e mezzo che mi veniva proposto un coinvolgimento in giunta, e che rispondevo ‘no grazie, c’è un tempo per tutto, e io ho già dato”. Non che la passione per la politica mi sia passata, e finché ad eleggermi saranno i cittadini, credo sia mio diritto e dovere impegnarmi: ma tornare a fare il vicesindaco non era assolutamente una mia ambizione. Poi ci sono state le dimissioni di Oria Trifoglio, dettate da ragioni tecniche, e a quel punto non potevo più rifiutare: anche perché poteva sembrare una forma di disimpegno nei confronti della città, e non è davvero il mio caso.

Ma quando si insedierà a tempo pieno a Palazzo Rosso, dottor Cattaneo?Comune Alessandria 4
Mai, assolutamente: non lo feci neppure 10 anni, in tempi decisamente diversi. Si figuri se potrei farlo ora: l’amministratore pubblico oramai lo si fa, con senso di dedizione e impegno, ma cercando di gravare il meno possibile sulle casse dell’ente.

Ma quale 2014 ci attende, su scala alessandrina?
C’è un problema di fondo, che riguarda tutti gli enti locali, ed è il seguente: se il Governo centrale non smette di cambiare costantemente le regole del gioco (si veda la recente vicenda dell’Imu, e le incognite sulla tassazione della casa, nelle sue varie forme, per l’anno prossimo), ovviamente crea disagi enormi agli amministratori comunali. In più, aggiungiamo tutti i vincoli derivati dalle nostre difficoltà di comune in dissesto, e chiunque capisce che motivi per stare allegri ce ne sono pochi. Anche se qualche elemento di ottimismo e di speranza all’orizzonte c’è…

Quale?
Se arriverà, nei prossimi mesi, dalla Cassa Depositi e Prestiti il mutuo trentennale previsto dalla recente normativa sui comuni in dissesto, questo vorrà dire almeno 30 milioni di euro da iniettare, subito, nel corpo esangue dell’economia del nostro territorio. Altri 20 vanno poi recuperati altrove, e dobbiamo fare il possibile perché, appunto, almeno il 50% dei crediti ai fornitori dell’Ente venga saldato. Per una questione di correttezza nei confronti di tante imprese (che già ricevendo soltanto il 50% subiranno un danno rilevante, ma potranno tentare di sopravvivere  e guardare avanti), e per dare una mano decisiva a tutta l’economia locale. Ma c’è un secondo elemento di ottimismo: la riorganizzazione dell’ente, e delle partecipate, sta procedendo con metodo e serietà. C’è ad esempio un accordo con la Dogana, che potrà ‘assorbire’ 20 dipendenti di Palazzo Rosso. I quali in questo modo non solo conserveranno il lavoro, ma faranno mediamente passi in avanti sul fronte contrattuale e retributivo. Poi c’è un piano di pensionamenti, con blocco delle nuove assunzioni: insomma, i costi del personale andranno via via a scendere, senza eccessivi traumi, e senza conseguenze sociali devastanti.

Ponte MeyerE le opere pubbliche, dottor Cattaneo? Quelle potrebbero essere un volàno di rilancio per la città?
Lì gli spazi di manovra sono ridottissimi: non si possono assolutamente aprire nuovi mutui, e si può al più cercare di individuare residui di cassa di opere precedenti. L’unico vero elemento di innovazione è il Pisu, progetto che credo sia stato ottimamente gestito dall’assessore Ferralasco, e che consentirà entro la fine del 2014 da un lato di inaugurare il nuovo ponte (Meyer, o nuovo Cittadella: ancora non si è capito come si chiamerà, ndr), dall’altro di cambiare il volto di Borgo Rovereto, e di strade come corso Monferrato e via Dossena. Penso non solo ad un abbellimento estetico e urbanistico, ma alla necessità che il Pisu sia anche un percorso per rilanciare quel pezzo di città sul fronte del commercio, delle botteghe artigiane. Da questo punto di vista, sarà importantissimo lavorare anche sulla riqualificazione di Piazza Santa Maria di Castello, e dell’edificio ex Sordomuti. Perché quello non può restare un ‘buco nero’ all’interno di un quartiere rifatto a nuovo. E il rilancio  del centro storico è un passaggio fondamentale per ridare speranza e vitalità a tutta la città.

Poi ci sarebbe la Cittadella…..
Anche lì, Ferralasco sta lavorando benissimo. Nei mesi scorsi proposte e idee ne sono circolateCittadella molte, ma il compito di un amministratore è quello di mantenere i piedi per terra, e confrontarsi con l’esistente, e con ciò che è possibile fare davvero. E qui si tratta, tra l’altro, di una corsa contro il tempo: perché i tecnici ci confermano, tra l’altro, che la Cittadella necessita di interventi immediati: tra un anno le sue condizioni saranno assai peggiori di oggi. Fondamentale quindi individuare nei prossimi mesi, attraverso l’apposito bando, una soluzione adeguata, e di livello.

Lei ha fatto cenno al commercio, assessore: che non è tra le sue competenze attuali, ma è una ferita che fa male. Dalle associazioni di categoria si leva un unanime grido di dolore…
Lo so, e comprendo la drammaticità. Ma vorrei anche dire che certe situazioni si sono generate, nel tempo, con la responsabilità e l’immobilismo di molti. Ricordo che nel 2007 lasciai  a Palazzo Rosso, a fine mandato, un Puc, piano unitario per il commercio, che era uno studio articolato dell’esistente, con una serie di proposte concrete. Che fine ha fatto? Ad osservare quel che è successo dopo, direi che è rimasto in qualche cassetto…..

ZuccherificioC’è un tema caldissimo, dottor Cattaneo, che lega commercio e opere pubbliche per la viabilità: ed è l’ex zuccherificio di Spinetta. Lì cosa succederà?
Se vuole la mia opinione personale, non succederà nulla, e ci terremo quello scempio, quel simbolo fatiscente di decadenza come biglietto da visita per la città. Perché sono cambiate le condizioni di mercato, e la vedo dura che i privati oggi possano investire in maniera ingente in quell’ambito. Ma mi limito alle ricadute per il mio assessorato: abbiamo un ponte, quello sul fiume Bormida, che già di suo necessiterebbe di migliorìe, e in un prossimo futuro potrebbe dare dei problemi. In base agli ultimi accordi e pronunciamenti, in caso di realizzazione di un nuovo insediamento commerciale nell’area ex zuccherificio, i privati dovrebbero farsi carico di un potenziamento dell’attuale ponte, ossia di un suo ampliamento laterale. Vedremo. Rimango convinto che il collegamento tra Alessandria e tutta la direttrice di Fraschetta/Novi/Tortona necessiterebbe non di ampliamenti dell’esistente, ma di un vero nuovo ponte: investimento che naturalmente come comune non possiamo neanche sognarci. La grande occasione la si perse 10 anni fa, quando c’era la possibilità di farlo realizzare da privati: ma, attenzione, a fronte non del recupero dell’ex zuccherifico come qualcuno crede, ma della realizzazione di un nuovo grande insediamento commerciale in zona D5, a Spinetta. Ormai parliamo di archeologia: non possiamo che guardare avanti, e confrontarci con la situazione di oggi.

Parliamo di politica, e di partiti: lei è stato eletto in consiglio comunale nelle fileDi Pietro dell’Idv, ma circa un anno fa manifestò nei confronti del partito di Di Pietro una certa insofferenza, fino a ipotizzare di andarsene. Poi cos’è successo?
E’ successo che se ne è andato Di Pietro, se mi concede la battuta. O meglio che l’Italia dei Valori è stata presa in mano da una nuova dirigenza, con la ferma intenzione di tornare allo spirito originario, che non è quello di Ingroia, per capirci, ma invece un’alleanza organica al centro sinistra. Area in cui, credo con coerenza, il sottoscritto fa politica da sempre. Certo, ora come Idv ci dovremo confrontare con il tema, non marginale, del recupero del consenso…

Democrazia CristianaDottor Cattaneo, la foto sul mobile di fronte noi, che ritrae un giovane e agguerrito gruppo di giovani democristiani alessandrini d’antan (Brusasco, Cattaneo, Fabbio, Livraghi, Zaccone), fa ripensare al famoso 1993: quando ad Alessandria i partiti della prima repubblica furono travolti dal ciclone Lega. Poteva andare diversamente?
(sorride, ndr) Beh, dall’altra parte della piazza, a Palazzo Ghilini, mi pare che la Lega non abbia mai governato, per cui un altro percorso era certamente possibile. Diciamo che dopo la rottura tra Pci e Psi, non fu trovato un accordo soddisfacente neppure tra democristiani e socialisti. E ognuno ebbe certamente la propria parte di responsabilità. E, del resto, furono poi gli alessandrini a fare le loro scelte. Ma sono storie vecchie, che non interessano più a nessuno. Oggi dobbiamo confrontarci con un altro scenario, e fronteggiare una realtà decisamente diversa, e ancora più complicata.

Ettore Grassano