Movimento 9 dicembre [Cavaliere di Monferrato]

claudio_martinotti_doriadi Claudio Martinotti Doria
www.cavalieredimonferrato.it

Scendere in piazza o in strada era prima o poi inevitabile anche per l’Italia, in tanti infatti si domandavano perché non avvenisse, perché la popolazione italiana fosse così indolente e ignava e ritardasse a reagire.

Coloro che ora stanno protestando hanno motivazioni estremamente eterogenee ed anche contraddittorie, ma è normale che sia così, perché è un movimento spontaneo che si è più o meno blandamente coordinato tramite la rete, e vi sono e vi saranno infiltrati, manipolazioni fuorvianti, mistificazioni, strumentalizzazioni, ecc., solita prassi sia mediatica che politica ed istituzionale per cercare di denigrare e far perdere consenso all’iniziativa.

Almeno finché non diverrà massa critica (e la percentuale varia da paese a paese in base alla cultura, sensibilità ed altre variabili) ed allora inizierà a preoccupare veramente i parassiti che sono radicati nelle istituzioni, come i signori feudali nel medioevo che si riparavano nei loro castelli.

Non è infatti escludibile l’ipotesi che anche per questo “Movimento 9 dicembre” dettoForconi volgarmente dai mass media “dei forconi”, come per altri che lo hanno preceduto in altri paesi dove è esplosa la protesta, possa avvenire una sorta di “effetto farfalla” secondo le teorie del caos esposte dal matematico E. Lorenz negli anni 60. In tal caso in modo anche repentino ed imprevedibile come tempistica, il contagio della protesta potrebbe espandersi ed intensificarsi in modo esponenziale ed ottenere risultati imprevedibili.

Come spesso accade in questi frangenti e contesti, come per i commenti alle partite di calcio in cui tutti si sentono qualificati ad esprimere giudizi, è una gara a criticare e trovare incongruenze e difetti al Movimento, forse una delle attività autolesionistiche più diffuse tra gli italiani, trovare i difetti altrui ed autoassolvere i propri.

Il problema vero è che quasi nessuno ha ancora veramente capito che la causa del problema di cui tanti sono vittime è lo Stato stesso, non sono solo i politici divenuti parassiti, ai quali ancora in troppi ipocritamente si rivolgono per avere soluzione ai loro problemi (che è una contraddizione in termini), la soluzione semmai deriverebbe dall’alleggerimento dello Stato e da un maggiore decentramento dei poteri, in tal caso disporremmo di maggiore libertà sociale, commerciale ed imprenditoriale, in quanto saremmo meno vessati dall’apparato burocratico e dal parassitismo partitocratico.

Quindi non si dovrebbe protestare solo per cambiare la classe politica mantenendo lo Stato nelle stesse condizioni ma si dovrebbe riformare lo Stato stesso per alleggerirlo drasticamente e per aumentare le autonomie locali tornando ad un concetto di comunità locale come all’epoca dei liberi comuni medievali (la civiltà del Rinascimento è sorta grazie ai liberi comuni e città stato), perché se le risorse vengono responsabilmente gestite a livello locale sotto stretto controllo sociale, il parassitismo, che finora ha prosperato sulla stratificazione gerarchica e l’accentramento, verrebbe stroncato, non ci potrebbero essere 1,2 milioni di italiani che vivono (prosperando) di politica senza mai aver lavorato in vita loro.

Quindi se è più che legittimo essere critici verso questo Movimento che sta correndo notevoli rischi protestando in strada, sarebbe più corretto anche sostenerlo orientandolo nella giusta direzione, affinché possa centrare il nucleo del problema e non aspetti periferici e secondari che non apporterebbero alcun vero cambiamento al sistema.

Ed il nucleo del problema è che finché si pagano troppe tasse e queste oltretutto vanno a Roma, non si risolverà mai nulla. Meno tasse e quindi rivolta fiscale (non limitandosi a lamentarsi) e tasse che rimangano a livello locale.

Questa è l’unica riforma che potrebbe salvare questo paese, perché il parassitismo prospera gestendo il denaro pubblico, il resto è fuffa, nel senso che l’unico risultato che si otterrebbe è di sostituire gli attuali parassiti con altri, che se non lo sono lo diventeranno.