Branca Branca Branca?

Gioiosa macchina da guerra, o armata Brancaleone che procede alla giornata, e “non sa dove andare, comunque ci va”, come il cane della canzone di Francesco De Gregori?

Onestamente cosa sia questo centro sinistra alessandrino da tre mesi alla guida della città non l’ho ancora capito neanch’io, e se posso ben comprendere lo spirito con cui si chiede anche alla stampa di “creare un clima di unità, in un momento così difficile”, è anche vero che non dobbiamo rinunciare ad interrogarci, tutti quanti, e ad interrogare i nostri amministratori, perché ci spieghino come intendono portarci fuori dalle secche di un dissesto che, lungi dall’essere il “mero stato contabile” di cui parlava pochi mesi fa l’ex sindaco Fabbio (forse nel tentativo di esorcizzarne la gravità), rischia invece di diventare un virus capace di infettare non solo l’economia del territorio, ma la sua anima.

Giusto ieri qualche giornale paragonava Alessandria a Napoli, o alla Grecia. E due miei amici, separatamente, in questi giorni mi hanno magnificato l’uno la Toscana, l’altro la Puglia, come oasi rispetto alla realtà nostrana.

La sindaca, poi, in 24 ore è passata dagli insulti agli applausi da stadio, quando è chiaro che non si tratta né di Maria Antonietta (quella delle brioches quando finì il pane), né di Santa Rita da Cascia, ma di un amministratore locale chiamato ad affrontare una situazione di particolare difficoltà e complicazione.

Ma dicevamo del suo team. Com’è questa santa alleanza del centro sinistra alessandrino, che in fin dei conti, con un consenso in termini assoluti simile a quello che decretò nel 2007 la sconfitta di Mara Scagni, si ritrova ora a dover condurre Alessandria attraverso un percorso accidentato e non breve?

Ieri si sono colti alcuni segnali, e altri ne verranno prossimamente. Un primo passo lo hanno fatto I Moderati, i quali, sia pur con tono felpato e linguaggio soft (“altrimenti che Moderati saremmo, scusa?”, sorride Cesare Miraglia..), hanno chiesto agli amministratori di alcune partecipate “un atto di dignità, e un passo indietro”. Se capisco bene, sul banco degli inputati ci sono soprattutto i vertici di Atm e di Amiu, a cui si attribuiscono responsabilità sul fronte della gestione che ha portato all’attuale situazione di “casse vuote”. Anche se poi queste partecipate, come altre, “rimbalzano” le responsabilità su Palazzo Rosso, che risulta insolvente nei loro confronti per decine di milioni di euro. Insomma, la coperta è corta, e se la tiri da una parte, si scopre l’altra.

Poi ci sono i partiti a sinistra del Pd: alla conferenza stampa indetta ieri pomeriggio dal Partito Democratico sia Sel che Federazione della Sinistra non si sono visti, anche se “soltanto per questioni logistiche”, ha precisato il segretario provinciale del Pd Daniele Borioli. Padrone di casa impeccabile, capace di un’analisi raffinata sulle possibili vie d’uscita dall’attuale palude, e sugli strumenti tecnici e politici a cui far ricorso.

Del resto, Borioli stesso ha confessato di aver trascorso le recenti vacanze estive a Capalbio, e se tanto mi dà tanto…noblesse oblige. Però i malumori di Sel li abbiamo già in parte registrati anche noi, e voci ci dicono che è solo l’antipasto. Mentre sul fronte Federazione della Sinistra al momento in effetti la sintonia con il sindaco sembra esserci, e un altro tam tam dà per probabile la nomina del “battitore libero” di area Cgil, Mauro Buzzi, ai vertici della neonata azienda speciale Costruire Insieme.

Tutto bene dunque? Bah…diciamo che magari non è proprio una gioiosa macchina da guerra, ma anche che, considerato come è messo Palazzo Rosso, alternative davvero non sembrano essercene. Il che, naturalmente, non esime l’attuale giunta dal chiarirci (e dal chiarirsi, probabilmente) qual è il progetto complessivo per la gestione della città, e per uscire dallo stato di emergenza continua in cui ci troviamo.

E. G.